Chi ha inviato il video di Latella a Striscia?

A Reggio Calabria tiene banco il caso Latella, ma la prospettiva è rovesciata: la sinistra lo difende e ne esalta le qualità lanciando la caccia al "traditore della città" che avrebbe inviato il video a Striscia. Ma chi è stato davvero?

StrettoWeb

E’ bufera sul consigliere delegato allo sport nell’Amministrazione comunale di Reggio Calabria, dopo le sue farneticazioni di sabato in consiglio comunale. Ieri sera le ripetute gaffes del suo intervento contro l’autonomia differenziata sono finite persino su Striscia, e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il Sindaco sta meditando il ritiro delle deleghe, si va verso le dimissioni di Latella che è pressato da tutti i principali partiti di opposizione (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia), che gli chiedono rumorosamente di farsi da parte per dignità. Dal centro sinistra, invece, un silenzioso imbarazzo con i vertici dei partiti che dietro le quinte lavorano per le dimissioni con la speranza di liberarsi da una zavorra così pesante e compromettente. 

Se solo Reggio Calabria fosse una città normale, sarebbe questo ciò che oggi dovremmo raccontare. E invece Reggio Calabria non è una città normale. E oggi a Reggio Calabria nessuno chiede le dimissioni di Latella, neanche le opposizioni. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega non si sono neanche espressi, l’unica opposizione reale è quella fuori dal consiglio comunale (i vari Luigi Tuccio, addirittura il senatore Meduri che la prossima settimana compirà 86 anni), ma rimane ovviamente inascoltata. Gli unici comunicati stampa sulla vicenda che – davvero – imbarazza la città, sono quelli che arrivano dalla sinistra in difesa di Latella (!!!). Falcomatà ha pubblicato un post in cui ha detto di andare “orgoglioso” del suo consigliere. Italia Viva ha diffuso una nota giustificando l’intervento di Latella con “cali di concentrazione“, aggiungendo che “incespicarsi rimane un fattore umano“. Ma Latella non si è incespicato: Latella parla sempre così. Stavolta è andato un po’ oltre l’argomento di quartiere e le gaffes sono diventate irresistibili anche per i media nazionali, ma non c’è evento pubblico in cui non ne combini una.

Sia Falcomatà che Italia Viva evidenziano “l’onestà, la passione e l’amore per Reggio” di Latella. Qualità che in ogni caso nessuno ha messo in discussione. Il problema è che a rappresentare la città ci sia un esponente politico che non sappia chi sia George Marshall, che quando si rende conto che non riesce ad esprimersi chiede ai folletti di non interromperlo, che perde la calma e si sfoga con toni da boss quando qualcuno protesta contro urlandogli “ti mangiu u cori. Sarà anche onesto, appassionato e innamorato di Reggio. Ma di reggini con queste caratteristiche ce ne sono decine di migliaia in ogni quartiere. Alcuni sono impiegati, altri operai edili, altri infermieri, altri disoccupati, altri percettori di reddito di cittadinanza, altri ancora fanno qualsiasi cosa con onestà, passione e amore per Reggio. Ma non sono tra i 20 dirigenti politici che amministrano la città. Perché l’onestà, la passione e l’amore non bastano per poter governare bene, e che Latella e i suoi compagni non governino bene è sotto gli occhi di tutti a prescindere dal modo di esprimersi. Quella, semmai, è la cartina di tornasole che rappresenta l’identità della classe politica cittadina, che anziché vergognarsi e imbarazzarsi, fa muro compatta a difesa del suo eroe. Che è appassionato davvero, perché almeno prende il microfono e parla nonostante i suoi limiti. Tanti altri, in quel consiglio comunale, neanche lo prendono il microfono perché parlerebbero peggio ancora di Latella. E questo è un problema di tutta la città. Non che parlano male, per l’amor di Dio. Ma che siano lì dentro, eletti da gente che in grande maggioranza si esprime meglio e ha una cultura migliore.

Poi di problema ce n’è un altro, ancora più grande. La domanda più diffusa di oggi in città è chi ha mandato il video di Latella a Striscia? In una sorta di caccia alle streghe, i nani reggini non guardano al problema di un consigliere comunale che parla di “governo Melone”, ma a Striscia che l’ha riportato. E a qualche “traditore” cittadino che l’ha mandato, facendo fare una brutta figura alla città. No, cari nani. La brutta figura alla città l’ha fatta fare Latella e solo Latella. Semmai sono corresponsabili i 595 che l’hanno votato e tutti gli elettori di Falcomatà che hanno determinato il suo ingresso in consiglio comunale con il premio di maggioranza ottenuto al ballottaggio. Non certo Striscia La Notizia, che vive di queste cose e ogni giorno è alla disperata ricerca di contenuti di questo tipo. E’ molto probabile che il video a Striscia non l’abbia inviato nessuno: l’hanno trovato loro, che sono molto bravi e ogni giorno da decenni cercano materiale per raccontare in modo leggero e simpatico gli strafalcioni della politica. Forse qualcuno pensava che nell’aula consiliare di una delle 10 città metropolitane del Paese ci si potesse esprimere in quel modo nella totale indifferenza dei media locali e nazionali. Effettivamente tra scandali, condanne e brogli elettorali, la stampa ha abituato molto bene questa maggioranza tutelata e difesa anche di fronte all’evidenza delle peggiori porcherie della storia della città. Ma se Striscia decide di pubblicare il video, anche ammesso che qualcuno lo abbia segnalato, evidentemente lo ha considerato meritevole della propria vetrina. E il problema non è Striscia, ma sempre e solo il modo di esprimersi della politica locale. Che imbarazza la città.

Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, parla di “sciacallaggio mediatico“. Ci arrendiamo. Hanno ragione loro. Anzi, sapete che facciamo? Gianni Latella santo. Sindaco subito al posto di Brunetti, e poi gli intitoliamo una strada importante, una via principale. Basta che ci sia un fruttivendolo, a ricordare la celebrità raggiunta grazie al melone.

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