David di Michelangelo pornografico, Sgarbi: “sono dementi”. E cita i Bronzi e Rocco Siffredi

"Sono dei dementi assoluti. Che siano genitori è molto inquietante": così Vittorio Sgarbi sul caso dell'insegnante licenziata per aver mostrato il David di Michelangelo ai suoi alunni

StrettoWeb

Il caso della professoressa statunitense licenziata per aver mostrato ai propri alunni l’immagine del David di Michelangelo sta facendo clamore. E lo sgomento, in Italia e non solo, non accenna a diminuire. Appare inspiegabile come, in una società così avanzata e all’avanguardia quale dovrebbe essere quella dell’America del Nord, possa accadere che nel 2023 si consideri scandalosa e pornografica un’opera d’arte. Opera che, sebbene rappresenti un nudo, è pur sempre espressione artistica. Ed è anche simbolo stesso del Rinascimento italiano, ovvero quella cultura dalla quale anche gli USA sono nati.

Lo spiega bene Vittorio Sgarbi a Quarta Repubblica. Nella puntata di ieri del programma di Nicola Porro, il critico d’arte e politico italiano non le manda certo a dire, come sempre. “E’ una professoressa, una brava professoressa che ha consapevolezza di cos’è la civiltà americana – afferma Sgarbi parlando della docente licenziata su richiesta dei genitori -, che non è né il terzo mondo, né un paese islamico, dove i diritti delle persone sono limitati da leggi religiose. C’è un fanatismo religioso che è quello che portò a che a coprire i nudi di Michelangelo, che evidentemente ha mosso dei genitori ignoranti e incapaci, pericolosi per i loro figli, a chiedere alla preside di rimuovere questa “bella” professoressa che ha fatto il suo dovere.

“L’America non esisterebbe senza il David di Michelangelo”

La docente, prosegue Sgarbi, “ha mostrato ai suoi allievi uno dei capolavori dell’umanità, concepito nel 1501, poco dopo la scoperta dell’America. La scoperta dell’America è l’Occidente; il Rinascimento è il cuore dell’Occidente. Quello che hanno fatto questi genitori è un tradimento, esattamente come quello fatto dai talebani con il Buddha di Bamyan, cioè distruggere tracce di civiltà perché diverse dalla loro religione“. Vittorio Sgarbi annuncia poi di voler scrivere “una lettera adesso all’ambasciatore americano in Italia per dirgli che non possiamo essere insultati in questo modo. Michelangelo è il fondamento dell’America. Raffaello e tutti i musei americani sono la testimonianza di quanto la cultura italiana nutra la civiltà occidentale“.

Io sono a Capodimonte – chiosa Sgarbi mostrando l’opera d’artealle sue spalle –, un museo straordinario, dove c’è in corso una mostra sul Rinascimento, e ho alle spalle un dipinto di Pacecco de Rosa con un satiro che sta come fosse Rocco Siffredi, andando verso una ninfa nuda. Ma la pittura è trasfigurazione della realtà e del mito“. Ora, precisa il critico d’arte, si vuole “cancellare tutto  in nome della cancel culture rispetto al politicamente corretto che in America è debordante”.

I Bronzi di Riace

Se andassero in America i Bronzi di Riace, ci sarebbe qualcuno che censura anche quelli. Siamo davanti a un mondo di matti, che discutono di cose senza senso e hanno in mente la guerra come unico loro obiettivo e fanno la guerra anche alla Storia e alla cultura – prosegue -. E’ qualcosa senza precedenti, di una gravità assoluta. Michelangelo è il fondamento stesso dell’America: se c’è l’America è perché c’è stato Michelangelo. Amerigo Vespucci, Cristoforo Colombo, sono il nostro mondo che va verso il nuovo mondo. Se quel nuovo mondo non ha un fondamento nell’Europa non esiste“. E’ il David di Michelangelo è emblema di tutto questo.

Celare, coprire, nascondere il sesso vuol dire temere che sia pericoloso qualcosa che non può esserlo. L’intenzione di Michelangelo era di rappresentare un eroe, e l’eroe è nudo. Sono nudi i Bronzi di Riace, sono nudi i combattenti, sono nudi i guerrieri“, afferma ancora Sgarbi. Secondo questi principi “dovrebbero chiudere i musei. Sono dei dementi assoluti, sono dei cani che non meritano neanche di essere ritenuti americani. Che siano genitori è molto inquietante“, conclude amaramente Vittorio Sgarbi.

Condividi