“Entreremo in guerra”: l’aut aut della Polonia all’Ucraina

La Polonia punta il dito sulla Russia e minaccia di entrare in guerra: intanto invia caccia Mig-29 all’Ucraina e si prepara al conflitto armato

StrettoWeb

La guerra mondiale è un timore sempre più concreto. “O l’Ucraina difenderà la sua indipendenza o, in caso contrario, saremo costretti a unirci a questo conflitto, perché sono in gioco i nostri valori fondamentali, che sono il fondamento della nostra civiltà, quindi non avremo scelta“. E’ quanto dichiarato dall’ambasciatore polacco in Francia, Jan Emeryk Rościszewski, intervistato dalla televisione Lci. La Polonia, con la Slovacchia sta trasferendo dei caccia Mig-29 all’Ucraina. L’escalation del conflitto, dunque, è considerata una realtà concreta.

Come si legge sul quotidiano polacco Fakt, l’ambasciatore Jan Emeryk Rościszewski ha spiegato che “non è la Nato, non la Polonia, non la Francia o la Slovacchia ad aumentare la tensione, ma è la Russia che ha attaccato l’Ucraina, è la Russia che invade, uccide persone, rapisce bambini ucraini“. L’ambasciatore ha inoltre precisato che la Polonia potrebbe svolgere un ruolo ancora più significativo in questa guerra.

Il fronte Est

Il fonte Est, intanto, è blindato. Ci sono 300mila truppe pronte ad intervenire in caso di necessità: la Nato sta pianificando, per i prossimi mesi un netto rafforzamento del suo confine più caldo, quello esposto alla Russia. All’interno dell’Alleanza Atlantica non vedono, all’orizzonte alcun negoziato tra Mosca e Kiev e lo scontro tra il jet russo e il drone americano di qualche giorno fa nel Mar Nero ha mostrato una volta in più quanto sia cruciale la gestione militare dell’area che dalla Romania arriva fino ai Paesi baltici.

La carenza di armi e l’ombra lunga della guerra

L’Alleanza ha però un problema: la carenza di armi e attrezzature. La guerra in Ucraina ha travolto il ritmo della produzione dell’industria della difesa del Vecchio continente. In Europa c’è una carenza tale di esplosivi, polvere da sparo e Tnt, da rischiare un ritardo di tre anni nel previsto aumento della produzione di granate. Si pensa dunque ad un rafforzamento dell’industria della difesa europea, ma l’aumento di domanda è davvero ingente e la pianificazione di un’economia di guerra ha bisogno di tempo. Ma all’Ucraina servono munizioni subito.

Per i prossimi mesi c’è dunque una sola soluzione: rivolgersi a Stati terzi, in primis Norvegia e Usa. Già a fine febbraio il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha chiesto agli stati membri di far salire il livello della produzione di armi anche in vista del progetto di rafforzamento del fronte Orientale. Qui la Nato vuole più truppe schierate per una “risposta pronta“.

Condividi