La follia anarchica dilaga con l’inizio del processo Cospito: inni ai brigatisti assassini

Nadia Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Alfredo Cospito: le proteste anarchiche alzano il tiro e inneggiano anche ai brigatisti degli anni di piombo

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L’onda anarchica sta degenerando. Slogan di solidarietà con Alfredo Cospito ma anche per i brigatisti Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma sono stati scanditi dai partecipanti al presidio che si tiene all’esterno del carcere di Perugia. Proprio lì, oggi, si celebra l’udienza del tribunale del riesame che vede imputato l’anarchico detenuto a Milano. Poche decine i partecipanti che vengono comunque sorvegliati dal servizio di sicurezza. “Fuori Alfredo dal 41 bis” e “non riuscirete a spegnere l’anarchia” alcune delle frasi scandite.

Quella di stamattina è l’udienza del Riesame per le misure cautelari nei confronti di Alfredo Cospito e altri cinque anarchici umbri, emesse dal gip di Perugia nell’ambito dell’inchiesta ‘Sibilla‘. L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros e coordinata dalla procura di Perugia, che nel 2021 è sfociata nelle misure cautelari, ipotizzava l’organizzazione di attività eversiva anche attraverso la pubblicazione ‘aperiodica’ ‘Vetriolo‘. Proprio in questa pubblicazione erano comparsi scritti di Cospito. Attorno al carcere è stato disposto un imponente dispositivo di sicurezza, presidiato da polizia e carabinieri.

Cospito rivendica la battaglia contro la ‘repressione delle libertà’

Un lungo memoriale è stato letto da Alfredo Cospito nel corso dell’udienza del tribunale del riesame di Perugia. Al termine i giudici si sono riservati e la loro decisione sarà comunicata successivamente. Per questo procedimento Cospito e tutti gli altri indagati sono liberi. Nel corso dell’udienza – secondo quanto risulta all’ANSA – non sono stati fatti riferimenti diretti alla salute dell’anarchico. Cospito era collegato in videoconferenza dal carcere di Milano dove è al 41bis. E’ apparso visibilmente provato.

L’anarchico ha ribadito di avere fatto la sua battaglia “contro la repressione della libertà” rappresentata dal carcere duro. Ha specificato poi di non voler diventare un martire ma di essere impegnato in una lotta per far valere i suoi diritti. Riguardo al merito delle accuse, Cospito ha rivendicato di non avere istigato alcuno perché questo è contrario agli ideali anarchici. Anche gli altri cinque indagati hanno preso la parola per esprimergli solidarietà.

La Procura di Perugia ha chiesto la conferma della custodia cautelare. Ha inoltre evidenziato che gli scritti non ebbero un valore solo ideologico ma portarono a ricadute pratiche. Le difese hanno invece chiesto la revoca della misura cautelare parlando di una libera manifestazione del pensiero.

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