Messina: presentato il report povertà 2021-2022. Blandina: “ecco cosa penso del Reddito di Cittadinanza”

Messina, il prezzo esagerato del gas e dell’energia hanno avuto un impatto disastroso per l’economia delle famiglie italiane

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Messina, Blandina: "ecco cosa penso del Reddito di Cittadinanza"
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Il prezzo esagerato del gas e dell’energia hanno avuto un impatto disastroso per l’economia delle famiglie italiane; analogo elemento economico negativo si è registrato per le imprese, in particolare per quelle che, vuoi o non vuoi, debbono utilizzare una quantità esagerata di gas o di energia elettrica. In modo particolare le cartiere sono quelle che hanno risentito di più dei rincari che, a sua volta, si sono riverberate sui prodotti di uso quotidiano. Infatti, basta farsi un giro nei supermercati per verificare che il costo della cellulosa e di tutti i prodotti da essa derivati come, rotoloni, carta igienica, ha toccato cifre esorbitanti. Se poi consideriamo i contraccolpi subiti dalle piccole attività commerciali, bar, ristoranti, pizzerie, ci rendiamo conto che molti sono state costrette a chiudere le saracinesche in quanto, il costo dell’energia non era più sostenibile e, il guadagno non riusciva a compensare le spese.

Ad aggravare questa situazione, la guerra in Ucraina con le diverse ripercussione che riguardano i costi del grano, del mais, dell’olio di semi e degli altri prodotti provenienti da quello Stato dell’Europa Orientale. Poiché i problemi hanno avuto una rilevanza globale, l’Unione Europea ha posto in essere alcune misure per venire incontro alle esigenze di quegli Stati che, più di altri, hanno subito i maggiori danni economici. L’Italia è uno di questi; per risalire la china, occorre lavorare in sinergia, mettendo da parte gli interessi particolaristici a favore di quelli collettivi. Ciò è realizzabile se in tutto il paese si interviene con la stessa solerzia e, con la contezza che quelle regioni che hanno bisogno di un aiuto in più, possano ricevere quelle attenzioni utili per mettersi al èpari degli altri. Non ci possono essere regioni che camminano con velocità diverse, cio significherebbe accentuare la differenza tra nord e sud, tra indistrializzazione e arretratezza, tra economia e spreco. Altro elemento preoccupante, la povertà educativa che in Italia è cresciuta in maniera considerevole. Infatti, la pandemia ha accentuato la differenza tra i ricchi che, sono diventati sempre più ricchi ed i poveri che hanno visto peggiorare la loro condizione economica, Il dato dell’Istat è veramente preoccupante infatti, la povertà assoluta riguarda quasi un milione e 400 mila minori che non possono accedere ad alcuni servizi e beni essenziali in modo da poter condurre una vita che sia quanto meno accettabile.

Anche l’EUROSTAT ha fatto scattare l’allarme poiché, coloro che si trovano in una condizione di povertà, sono anche esclusi dalla società sempre meno inclusiva e sempre più tendente ad emarginare. In Italia, un bambino su quattro è vicino alla soglia della povertà, e, il 7% circa dei minorenni non può permettersi vestiti nuovi, per non parlare poi di vacanze, cosa più grave e preoccupante, la sua famiglia non riesce a mettere tre pasti al giorno a tavola. Tutto ciò accentua anche la povertà educativa in quanto, chi vive in una famiglia povera, ha meno opportunità culturali di coloro che abitano con genitori che hanno un tenore di vita medio alto; a questi bambini, spesso viene anche negato il diritto allo studio, la partecipazione ad attività teatrali, sportive; non possiedono strumenti come un computer a casa, non possono permettersi una connessione internet etc.. Questa discriminazione si è accentuata subito dopo il lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus. Il gap digitale ha accentuato le disuguaglianze tra nord e sud; tra famiglie che non riescono a garantire ai propri figli computer adeguati e connessioni veloci.  Anche Messina rientra tra le città che hanno risentito delle diverse condizioni economiche. A testimonianza di questa elevata discriminazione, basta consultare i dati INVALSI. I ragazzi appartenenti a famiglie con una condizione di vita socio economica e culturale bassa, hanno ottenuto dei punteggi insufficienti soprattutto in matematica ed in italiano.

A fronte di tutto ciò, Padre Nino Basile, direttore della Caritas diocesana di Messina, ha messo in evidenza “come molti istituti scolastici, in questo periodo, hanno lavorato in rete per realizzare progetti educativi importanti”. Per superare il gap esistente, dice Padre Basile, “occorre investire risorse aggiuntive in quei territori dove alta è la dispersione scolastica in modo da creare anche spazi adeguati per consentire loro di studiare, giocare e dare spazio alle loro aspirazioni”. Il direttore della Caritas afferma che “bisogna comprendere le motivazioni per cui i ragazzi non vogliono andare a scuola ed intervenire proprio su quell’aspetto”.  Inoltre, conclude Padre Basile, “la mancanza di lavoro compromette la possibilità di avere una casa e, nel caso l’abitazione ci sia, spesso la famiglia non si riesce a pagare le utenze o il mutuo e quindi, quasi sicuramente, perderà ciò per cui hanno investito una vita di lavoro”.

Messina, Padre Basile: "investire contro la dispersione scolastica"

Francesco Martines, responsabile del corso di laurea in scienze sociali dell’Università di Messina che ha collaborato con Caritas per la realizzazione del report, “evidenzia un dato preoccupante rappresentato dalla povertà educativa; per questo motivo, è stato dedicato un focus all’interno del report, concentrando lo studio sulle comunità educanti, e sull’impegno che la Caritas e la Diocesi possono offrire per superare questo problema”. Attraverso una collaborazione stabile tra tutti i livelli della formazione, afferma Martines, “si possono raggiungere risultati positivi e il report, costituisce un’occasione per mettere alla prova questo tipo di collaborazione”.

Messina: presentato il report povertà 2021-2022, le parole del Prof. Martines

Domenica Farinella, docente di Sociologia Economica del dipartimento di scienze giuridiche ed economiche dell’Università di Messina, ha collaborato attivamente nella redazione del report della Caritas. Ritiene che “questo lavoro è nato per aumentare il livello di conoscenza su quelle che solo le caratteristiche sia del mercato del lavoro della città di Messina che delle tipologie di povertà, con l’obiettivo di poter intervenire, di poter immaginare dei percorsi di progettualità in comune accordo con le parti sociali”. Uno dei problemi emergenti, dice la Farinella, “è rappresentato da una popolazione che a Messina è sempre più anziana, ma anche la necessità di politiche attive del lavoro di supporto, viste le grosse difficoltà che soprattutto donne e giovani hanno di trovare un’occupazione stabile”.Altro elemento interessante- dice la Farinella- che emerge dal report, e rappresentato dal fatto che i livelli di occupazione, soprattutto delle donne, aumentano in considerazione del loro livello d’istruzione”. Alla fine, prosegue la Farinella, “le popolazioni più istruite, quelle con titoli di studi più elevati, sono quelli che lavorano di più“. Concludendo, la Farinella ritiene che “bisogna puntare molto sull’istruzione far si che tutti i giovani messinesi frequentino un corso di studi universitario in modo da migliorare qualitativamente la propria città”.

Piero Patti, segretario generale della CGIL, nel ringraziare la Caritas per aver prodotto questo documento, “dichiara di aver distribuito centinaia di copie all’ultimo congresso della CGIL, sia al segretario generale Landini che, agli altri dirigenti sindacali proprio perché ritiene che, ogni Governo, prima di prendere delle decisioni che riguardano interventi mirati nei confronti dei cittadini in condizione di disagio economico, dovrebbe leggere questo report che rappresenta la fotografia dello stato attuale”. Patti dichiara che “il documento della Caritas, mette in evidenza, non solo le situazioni socio economiche della città di Messina ma anche delle povertà che investono tutta la Regione Sicilia”. Per quanto riguarda poi le povertà educative, Patti ritiene che “essa va riferita alla mancanza, da parte dei bambini di poter progredire nei processi educativi all’interno delle scuole, in quanto mancano gli strumenti, le infrastrutture, manca una visione, un’idea di paese; questo si ripercuote sulle generazioni future”. Adesso è il momento di operare, prosegue Patti, “di agire e la CGIL ha delle idee su come vivere la città, la Regione, idee che riguardano la scuola, la conoscenza. Per questo motivo, chiede un tavolo con tutte le altre organizzazioni sindacali affinchè, insieme alle Istituzioni, all’Ente locale affinchè si possa discutere, parlare e decidere come presentare un futuro migliore alle giovani generazioni”. Concludendo, Patti ritiene che “il reddito di cittadinanza percepito da molti cittadini messinesi, è servito per dare dignità alle persone che avevano perso il lavoro e non possedevano altro tipo di entrate”. Adesso, con MIA (Manovra di Inclusione Attiva), dice Patti, “il Governo lascerà fuori i più poveri, quelli che non possono lavorare per motivi di salute, le famiglie numerose che hanno figli piccoli, perché è impossibile immaginare che, con settecento euro al mese si possa vivere in una situazione così difficile”. Patti è dell’avviso che “occorre rafforzare il reddito di cittadinanza e, parallelamente, creare una politica attiva del lavoro e rimettere una serie di iniziative per ridare dignità a tutte quelle persone che vogliono rimettersi in gioco”.

Piero Allegra, segretario territoriale di CISL, è dell’avviso che “ognuno debba dare il contributo per fare uscire la città dallo stato di torpore in cui si trova da oltre trent’anni, il report della Caritas ha messo in evidenzia quelle criticità che, se non risolte nel più breve tempo possibile, accentueranno il divario economico tra nord e sud”. Questo perché, prosegue Allegra, “la maggior parte dei giovani laureati sono andati via da Messina in cerca di un futuro migliore lì dove, la loro professionalità è stata considerata con attenzione e rispetto. La classe sociale più povera della città continua a vivere in una condizione di degrado senza poter garantire un futuro ma, neanche un presente dignitoso ai propri figli”. Compito del Governo, conclude Allegra, sotto la spinta costante ed attenta del mondo sindacale, “è quello di trovare lavoro affinchè, i cittadini, con le proprie risorse economiche possano dare un futuro migliore alla propria famiglia”.

Ivan Tripodi, segretario generale della UIL, dichiara che, “nell’esaminare il report della Caritas mette in evidenza dei numeri agghiaccianti riguardo la povertà, aggravata dai due anni della Pandemia, che ha appesantito la situazione di emergenza sociale”. Nei quartieri più disagiati, dice Tripodi, “i patronati della UIL ricevono richieste da parte di cittadini in condizione di povertà quasi assoluta. I risultati del report, rappresentano una sfida per il mondo sindacale e, un’atto d’accusa per tutte le istituzioni che mostrano la loro assenza e la loro incapacità ad operare”. “Occorre riflettere su tutte le misure messe in campo sia a livello locale che, livello nazionale”, dice Tripodi, “con la modifica del reddito di cittadinanza in Manovra di Inclusione Attiva che, ancora non si capisce cosa preveda realmente, una cosa sembrerebbe certa cioè, nessun intervento per quanto riguarda le politiche attive del lavoro e così facendo, la povertà non verrà mai debellata”.

Report povertà, Tripodi: "numeri agghiaccianti"

Ivo Blandina, Presidente della Camera di Commercio di Messina “parla dei problemi dei micro e piccole imprese che hanno sempre contribuito alla crescita del paese ma che oggi, si trovano in una situazione allarmante a seguito dei problemi nati durante sia il periodo della Pandemia che con l’aumento dei costi dell’energia”.

Alla luce dei dati riportati nel report della Caritas, occorrerebbe che, sia le amministrazioni locali che regionali, ma anche e soprattutto, il Governo nazionale, adottino degli interventi che non possono limitarsi solo all’assistenza ma guardino con grande attenzione a ridare dignità alle persone attraverso percorsi lavorativi. L’economica si rilancia solo se si immette in commercio denaro e, questo si può fare solo dando la possibilità ai giovani, di essere parte attiva della società. L’Italia ormai è un paese dove la maggior parte della popolazione è anziana, considerato che la natalità è ai minimi storici e, il numero dei pensionati, cresce di giorno in giorno. Se si andrà avanti di questo passo, tra qualche anno non si potranno più pagare le pensioni a meno che, da subito, non si mette da parte una burocrazia ingessata e obsoleta a favore di una nuova forza lavoro che punti alla digitalizzazione, al risparmio energetico, ad investimenti che preservino il pianeta da ogni forma di inquinamento a favore di forme alternative di energia.

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