Strage di migranti in Calabria, l’appello di Papa Francesco e la reazione della politica

Strage di migranti, l’appello di Papa Francesco e la reazione della politica nel giorno della Via Crucis a Cutro

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Nel giorno della Via Crucis a Cutro, dove un migliaio di persone hanno pregato dietro la croce fatta con i resti del barcone affondato, Papa Francesco, durate l’Angelus, ha rimarcato: “esprimo il mio dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro presso Crotone. Prego per le numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifesto il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle. Rinnovo a tutti il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti. I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte. Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti. Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere”.

Per il presidente del Consiglio Giorgia Melonile parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni. Come Governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare”. Mentre il vicepremier Salvini evidenza: “condivido le parole del Santo Padre e lavoro, non da oggi, per metterle in pratica e salvare vite”. L’Anm auspica che “in qualsiasi circostanza venga sempre rispettato l’inderogabile obbligo di salvataggio, che è scolpito nella nostra Costituzione ancor prima che nelle convenzioni internazionali”.

Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana afferma: “quando si nascondono le proprie azioni disumane dietro alle parole del Papa si fa un’operazione vergognosa”. Giuseppe Provenzano del Partito Democratico torna invece a chiedere le dimissioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In Calabria intanto continuano le ricerche perché, oltre alle settanta vittime, risulta ancora un numero importante di dispersi.

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