Ora gli interventi si susseguiranno. Il riferimento è alla sentenza di secondo grado del Processo Miramare, depositata in questi giorni. Rese pubbliche le motivazioni, più di uno vorrà intervenire sicuramente sulla vicenda. Lo ha fatto l’ex Consigliere Nicola Malaspina. E, in una nota, ha detto la sua anche il Movimento Fiamma Tricolore. “Come ci si sente, nell’anno 2023 – si apre la nota – ad essere cittadini di una città in cui il primo tra tutti viene definito nelle carte di una sentenza “regista e dominus… di un disegno criminoso”? Lo sanno benissimo gli abitanti di Reggio Calabria, città nella quale, se sei un comune cittadino, prima di entrare in un locale o in un bar cerchi di sbirciare chi ci siede dentro al fine di evitare che qualche fantomatica relazione possa accomunarti a gente poco raccomandabile con cui non hai mai avuto rapporti o che spesso non conosci affatto”.
“Non funziona così per la politica, anzi, siamo chiari, per una sola parte politica, ben chiara e definita: quella che negli ultimi 10 anni ormai ha distrutto e ridotto in macerie la città coltivando indisturbata dalle istituzioni superiori, giorno dopo giorno, le sue clientele tramite bandi poco chiari, assunzioni, affidamenti diretti di incarichi e strutture. Proprio su uno di questi affidamenti, quello ormai famoso del Hotel Miramare, pensando di amministrare la città così come faceva alle feste tra compagni a bordo piscina, solo la fretta e l’arroganza di uno che da piccolo avrebbe dovuto ricevere un po’ di “sberle educative”, non capendo la differenza tra l’essere eletto a guida di una città ed un “passaggio di proprietà”, ha fatto compiere al sindaco sospeso il fatidico passo falso a coronamento di una carriera politica da “predestinato senza merito alcuno”, aggiunge.
“Arroganza – continua la nota – che ha trasmesso ed anzi richiesto come requisito essenziale alla sua squadra di incapaci, dall’inesistente dignità (si sarebbero già dimessi da tempo!) di chi da “fifi” guida (bendato) e senza alcuna espressione di volontà popolare la città, di chi ha falsato le elezioni con accertati brogli elettorali, di chi, fallita l’assunzione al comune ripiegando con quella al Gom (in aspettativa) predica, a 9 mila euro lordi al mese grazie alla riforma Draghi, l’avvenuto risanamento delle casse comunali mentre operai, assistenti educativi e tanti altri creditori attendono da mesi, se non anni, stremati i rispettivi compensi”.
“Così mentre il partito di Cozzolino e Panzeri, quello del “arrivavano troppi soldi, li buttavo nella spazzatura”, sempre attivo tramite i suoi portavoce locali in solidarietà ai condannati e vaneggiamenti simili a quelli provocati da allucinogeni, ci parla sempre e solo di “Fascismo”, viene a noi da domandare alla neo segretaria, che già nel 2014 in un suo tweet, ci aveva visto lungo invitando a fare “un giro in un qualsiasi circolo del PD” a suo dire pieno di “gentaglia”, quali intenzioni abbia all’indomani delle motivazioni di una sentenza che getta un ulteriore strato di vergogna sulla città e sul partito da lei guidato”, si legge ancora, riprendendo un vecchio tweet del nuovo segretario Pd Elly Schlein, invitata dal movimento, in questa nota, a chiedere le dimissioni del Sindaco.
“Vergogna, probabilmente per altri motivi, provata dallo stesso “sospeso” visto che all’atto della sua defenestrazione giudiziaria ebbe a nominare, a capo di comune e Città metropolitana come suoi sostituti “fifì”, due esponenti di altrettanti partiti diversi da quello di sua appartenenza. Tale ennesimo atto di vergogna nei confronti dei cittadini reggini non può che concludersi che in un solo modo: attestata la mancanza di volontà a dimettersi dopo l’ennesima batosta della magistratura sia la Schlein in prima persona ad intervenire chiedendo le immediate dimissioni di tutta l’amministrazione”:
“Visto, che sempre su twitter, anni fa minacciava “La Marcia su Roma la faccio io”, noi, ultimi romantici reduci, che al ricordo di certe marce scaldiamo i nostri cuori, la potremmo accompagnare in una eventuale su Reggio al fine di chiedere il ripristino della legalità, da troppo tempo latente, all’interno delle istituzioni locali. In caso contrario anche l’attuale neo-segretario, e ce ne dispiacerebbe, dimostrerà di essersi adattata perfettamente al circolo di “gentaglia” da Lei descritto qualche anno fa. Del resto come recita il detto “dimmi con chi vai…”, si chiude la nota.