Miramare, “il tornaconto personale di Falcomatà” e la frecciata dell’ex Consigliere Malaspina

A intervenire sulla vicenda è stato Nicola Malaspina, ex Consigliere Comunale in quanto unico a dimettersi dopo la situazione

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A Reggio Calabria si continua a parlare del Processo Miramare. A novembre c’è stata la sentenza in Appello, che ha confermato la pena anche per il Sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, mentre nei giorni scorsi la stessa è stata depositata, rendendo pubbliche le motivazioni. Queste ultime hanno evidenziato il ruolo da “regista” del primo cittadino e il suo “desiderio personale”. A intervenire sulla vicenda è stato Nicola Malaspina, ex Consigliere Comunale in quanto unico a dimettersi dopo la situazione.

Ora, lo stesso, riprendendo un passaggio chiave della sentenza, ha detto la sua: “‘appare evidente – ripercorsa una parte delle motivazionil’interesse personale del Falcomatà al risultato della procedura relativa all’affidamento dei locali della prestigiosa struttura del Miramare in favore dell’amico Zagarella (assecondando le attitudini di questi da tutti riconosciuti nell’organizzazione di serate ed eventi musicali) e ciò in quanto tale situazione se per un verso si traduceva in un immediato vantaggio economico per quest’ultimo (in danno di altri soggetti esclusi dalla procedura) per l’altro era suscettibile di volgere un tornaconto personale in favore dello stesso Falcomatà, quello di assicurarsi la propria base elettorale ed analogo appoggio politico alle successive tornate elettorali, oltre che un modo di ingraziarsi l’amico dimostrandogli riconoscenza, ricambiando il suo continuo sostegno e la sua incondizionata disponibilità…”.

Premesso ciò, ecco il pensiero di Malaspina: “Cosa ne pensano quei pochi “tifosi” che, con inspiegabile trepidazione, attendono il suo ritorno? Ma ancora più importante, quale potrà mai essere l’opinione dei finti avversari che, con codarda ostinazione, gli permettono di andare avanti? Come avrebbe detto il mio professore di matematica delle medie: interrogato il morto, non rispose!”, conclude.

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