“Le prevedibili motivazioni della sentenza di appello Falcomatà, dalle quali emerge inequivocabilmente come fosse amministrata la cosa pubblica “eludendo la procedura ad evidenza pubblica”, in evidente violazione di legge finalizzata a favorire un imprenditore locale, a guisa di bene privato, per esigenze particolari e non pubbliche, peraltro per come già avvenuto addirittura con la terrazza del Castello Aragonese, stupiscono assai meno del roboante silenzio della dirigenza partitica e degli eletti di centro destra, dai quali ci si attendeva una levata di scudi, in nome dell’etica politica, oltre che per il bene della Città e che avrebbe dovuto invocare, ancora una volta la richiesta di dimissioni di Falcomatà”, è quanto afferma l’ex assessore Luigi Tuccio.
“Oltre alla sfilata sul Corso Garibaldi di qualche settimana fa, abilmente orchestrata e conclusa con cori da stadio emessi da supporters organizzati, ed evidentemente proposta quale specchietto per allodole da chi ha fatto del trasversalismo politico il proprio modus agendi, appare ancora una volta ed in tutta la sua drammaticità, il silenzio dei consiglieri comunali, regionali e dei parlamentari di centro destra! Al di là delle sdegnose denunce della destra extraconsiliare, la città continua – ancora una volta – a navigare nella melmosa palude dei “ mi incrisciu e i mi ndi futtu” di giuntiana memoria“, rimarca Tuccio.
“Eppure le motivazioni della sentenza, la vicenda della terrazza del Castello Aragonese, l’omessa costituzione di parte civile con violazione del codice etico nel processo Miramare, unitamente alla assenza dei servizi minimi essenziali, quali la cronica assenza di acqua nelle abitazioni, l’impraticabilità delle strade, l’omessa vigilanza e messa insicurezza delle situazioni pregiudizievoli dei cittadini e dei beni pubblici, tra cui il lido comunale e l’ex cinema Orchidea, l’abbandono delle periferie e chi più ne ha più ne metta, certificano la ricorrenza dei presupposti previsti dai commi 1 e 2 dell’art 141 del Testo Unico degli enti Locali che disciplinano lo scioglimento dei consigli comunali, con decreto del Presidente della Repubblica , su proposta del Ministero dell’Interno, quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge o quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi”, evidenza Tuccio.
“Stante, dunque, l’evidente assenza di percepibile iniziativa proveniente dal palazzo di governo cittadino e men che meno dai vertici di partito, locali, provinciali e nazionali, siano i parlamentari eletti del centro destra, a formulare interrogazione parlamentare finalizzata a chiedere lo scioglimento comunale, nella speranze che l’On. Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato agli Interni abbia notizia, quanto mano dalla stampa locale o dai social network, di quanto avviene a Reggio Calabria, stante l’inerzia dei rappresentanti cittadini e provinciali del suo partito, ed assuma le sperate iniziative”, conclude Tuccio.