Oggi giorno muoiono migranti nel mondo e la colpa è solo della Meloni

Chi è davvero umano? Di fronte a drammi come la morte dei migranti di Cutro, fronteggiare la clandestinità diventa un imperativo imprescindibile

StrettoWeb

Migranti morti. E’ accaduto di nuovo. L’ennesima tragedia si è consumata nel Mediterraneo. Ieri, un barcone con 47 persone per il quale era stato lanciato un allarme, è naufragato. 17 persone sono state soccorse, altre 30 risultano disperse. Il naufragio è avvenuto in area SAR libica a circa 100 miglia dalle coste della Libia.

Le Autorità libiche, a causa della mancanza di disponibilità di assetti navali, hanno chiesto il supporto del Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma. La richiesta in questione è prevista dalle Convenzioni Internazionali sul soccorso in mare. Le autorità italiane, dunque, su richiesta delle autorità libiche, hanno inviato “nell’immediatezza, un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in transito”. Lo ha precisato ieri la Guardia Costiera con una nota.

Un dramma umano, purtroppo non l’unico e non l’ultimo. Come unico non era nemmeno quello di Cutro. Ma nonostante il dolore, nonostante le lacrime e le vite innocenti spezzate per sempre, la strumentalizzazione facile è giunta puntuale. Come un orologio svizzero. Stonano infatti le polemiche e le accuse. Perché, manco a dirlo, anche stavolta il dito è puntato contro il governo Meloni.

Per la sinistra italiana, incapace da anni di fare la differenza, Giorgia Meloni sembra ormai aver incarnato l’Anticristo in persona. Tanto che anche chi non l’ha votata, dopo tutte queste accuse infondate, inizia a difenderla e ad averla quasi in simpatia. Perché certi piagnistei buonisti, che sono cosa ben diversa dalle lacrime umanamente versate dall’Italia per il dramma di Cutro, sono sicuramente il peggio che la politica possa esprimere.

Uno, dieci, mille migranti morti

Se già le polemiche seguite al dramma di Cutro erano apparse infondate, nonostante la tragedia fosse accaduta a pochi metri dalle coste italiane, quelle che vedono il governo italiano accusato del naufragio in Libia sarebbero esilaranti se non si trattasse di un dramma. Pensare che il nostro governo, in piena coscienza, abbia volontariamente fatto morire degli uomini in mare è patetico.

E d’altronde, la verità è che muoiono ogni giorno decine di migranti in tutto il mondo. Anzi, in tutto il globo terracqueo. Basti pensare che il solo Mediterraneo, secondo i dati di Mediterranea Saving Humans, conta negli ultimi dieci anni più di 30mila morti accertati. Ogni anno ci sono dai 1.500 ai 2.000 morti. Dieci anni. Chi ha governato l’Italia in questi dieci anni? La destra? Non solo, anzi. E allora forse è il caso di comprendere che sarebbe ora di smetterla di farsi propaganda politica sulla spalle di chi muore di disperazione e di povertà.

Non serve andare molto lontano per capirlo. Era il 2014 quando nel Canale di Sicilia diciotto migranti, tra i quali una bambina di sei anni, sono morti di freddo su un gommone a 110 miglia a sud di Lampedusa. In quel caso era stato lanciato l’allarme, ma quando l’imbarcazione era stata raggiunta da due motovedette della Guardia costiera e dal rimorchiatore civile “Burbon Argos“, per le persone a bordo non c’era più nulla da fare. Un dramma agghiacciante. L’allora governo Renzi era stato accusato da Giorgia Meloni di strage colposa, e la leader di Fratelli d’Italia aveva chiesto di aprire un’inchiesta contro per Pd.

Chi è davvero umano?

Le tragedie per i disperati che si imbarcano in mare sono purtroppo da mettere in conto: la differenza può farla solo la visione politica. Di fronte a questi drammi fronteggiare la clandestinità diventa un imperativo imprescindibile. L’immigrazione regolare, con visti e autorizzazioni, deve essere la sola ed unica strada consentita. Non perché chi la persegue sia privo di umanità, ma perché se questa umanità, secoli orsono, si è data della regole e delle leggi, queste vanne rispettate. Diversamente sarebbe il caos. Il mondo è terra di tutti, è vero. Ma le nazioni e i loro confini, a meno che non si voglia tornare alle leggi della natura, vanno rispettate a prescindere.

Umani sì, dunque, ma con criterio. Che poi ci sarebbe da chiedersi: chi è davvero umano? Chi invita migliaia di disperati a spendere migliaia di euro per imbarcarsi su quelle che sono poco più che zattere, o chi chiede che gli immigrati giungano per vie legali, controllate, sicure? Avrebbero meno rischi loro e i paesi che li ricevono riuscirebbero meglio a controllare l’iter che ne consegue. E’ più umano chi ammette che questi immigrati che mettono a rischio la propria vita sono attratti da un eldorado che non esiste, o chi dice che devono per forza affidarsi a degli scafisti gestiti da organizzazioni criminali senza scrupoli? L’unica politica possibile è quella di non permettere che partano così, in questo modo.

Se ci sono responsabilità politiche, dunque, queste sono da ricercare solo ed esclusivamente nei partiti che non combattono duramente, anche a livello di narrazione, le rotte clandestine. Confondendo volutamente la clandestinità con l’immigrazione. Continuare ad affermare che è giusto che i migranti partano così, a bordo di quelle barchette, equivale a condannarli a morte.

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