Piazza De Nava simbolo di Reggio? Un lettore risponde a StrettoWeb: “distrutti 100 anni di storia”

Un lettore ha risposto all'editoriale di StrettoWeb di ieri: la lettera integrale

StrettoWeb

Ha suscitato dibattito l’editoriale di StrettoWeb di ieri relativamente a Piazza De Nava. Abbiamo chiesto, un po’ provocatoriamente, se considerare davvero quest’area un simbolo di Reggio Calabria, come i tanti contrari al nuovo progetto hanno affermato, citando un vecchio episodio del 2003 in cui anche i più scettici furono coinvolti in una sorta di mini referendum su Piazza Carmine per scegliere il progetto migliore. A rispondere alla nostra domanda è stato il signor Guido Cordova Castellani, lettore di StrettoWeb e già segretario regionale Ugl Agroalimentare, che anni fa aveva affrontato l’argomento, appoggiando proprio l’idea di un referendum.

Ora interviene nuovamente. Riproponiamo di seguito integralmente il suo scritto integrale, nato con l’obiettivo di sensibilizzare a una discussione aperta in merito a un tema così importante per Reggio.

“Egregio, ho appena letto il suo articolo riguardo la demolizione (perché di demolizione si tratta) di Piazza de Nava e mi pare giusto ed opportuno scrivere alla sua mail indicata nel sito per dirlo che SI, Piazza de Nava è stata ed è un simbolo della Citta di Reggio Calabria ricostruita dopo il tragico terremoto del 1908.
Le città si attaccano e si aggrappano alle proprie pietre, difatti Reggio conserva le mura greche nel lungomare. Le piazze sono luoghi della memoria di una comunità e ne rappresentano e custodiscono l’identità e vanno preservati, curati, manutenuti e tramandati. Reggio non può avere nulla di così antico a causa dei terremoti subiti, Piazza De Nava ha 100 anni di storia e per fare una storia di 100 anni servono appunto 100 anni che adesso verranno distrutti e cancellati con uno sfregio alla città. Infatti il cartello edile presente nel cantiere parla di restauro, perché la piazza avrebbe bisogno di restauro e manutenzione non di essere demolita!
La piazza è ben proporzionata ed inserita, andrebbe curata e non sventrata. Le altre piazze che lei cita nell’articolo sono state sicuramente imbruttite nel nome di un modernismo che non lascerà traccia alcuna di Reggio tra 100 anni. Le piace Piazza Carmine?
E piazza Duomo? Con le lucine a led tutte non funzionanti che è sgraziata e sproporzionata ma sicuramente utile come pizzeria!
Le città custodiscono le proprie piazze e le mantengono. Un popolo che non ha storia è come l’albero senza radici, e forse è proprio questo quello che si sta realizzando a Reggio Calabria. Cancellare la memoria di una città che è stata disegnata bella, razionale, ordinata dopo il terremoto per imbruttirla e toglierne l’identità. Come fatto sul corso Garibaldi dove basole stradali di 100 anni messe in opera a secco sono state divelte ( portare chissà dove come scarto!) e sostituite con anonime mattonelle da condominio di periferia che si muovono sotto i piedi o le ruote delle auto.
Anche a piazza de Nava si rileva la voglia di matta di lucine a led spente e clink clonk, il suono che i reggini ascoltano passando sul corso dalle mattonelle dozzinali mobili!
Peraltro, piazza de Nava segue Piazza del Popolo e Piazza San Giorgio nello stile della recinzione che così viene alterato in contrasto con la carta di Gubbio sul rispetto dei centri storici e della loro identità.
Forse questi soldi, che sono sempre soldi pubblici del cittadino contribuente italiano di cui bisognerebbe condividere il fine di spesa, sarebbero stati meglio spesi nella cura di piazza del Popolo, quella di fatiscente!
Con questa opera, Reggio verrà ancora una volta offesa e deturpata, con la beffa che gli autori sono gli stessi che per compito istituzionale avrebbero dovuto tutelarla!
Si Piazza De Nava è un simbolo e quello che si sta compiendo è un vero scempio urbanistico contro la storia e l’identità di Reggio e dei reggini!
Possono pure provare a mascherare, quasi si vergognassero, scrivendo restauro ma si tratta di demolizione e distruzione del luogo con rifacimento di un luogo anonimo, un non luogo come mille altri slegato dalla storia di Reggio e di cui tra 100 anni non ci sarà nulla da conservare!”

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