Pinocchio e i tempi moderni

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Qualche settimana fa ho avuto modo di assistere ad una rappresentazione teatrale in uno splendido paesino di provincia; i superbi attori, in cinquanta minuti di spettacolo hanno avuto l’arguzia di mettere in scena un’attualissima favola ottocentesca e cioè hanno rappresentato la splendida Storia di Pinocchio.

Io, personalmente, lasciai questo racconto fantastico quarant’anni fa, all’età di dieci anni e l’ho ritrovata per caso in mano a due ecclettici attori emiliani. Man man che gli istrioni snocciolavano la favola, la mia mente correva agli anni della mia giovinezza, rivedevo la mia lotta per l’autonomia e l’affrancamento dai miei allora maturi genitori. Ho rivisto i miei errori, la presunzione di giovane studentessa universitaria, i sogni di gloria, le serate beone e inconcludenti, i rapporti vuoti privi di verità.

Vidi soprattutto la mia mancanza di umanità quando tacitato il grillo parlante che era la mia coscienza persi l’umano che era in me inseguendo il sogno di divenire manager di me stessa. Ecco come qualche settimana fa la mia vita è stata snocciolata in cinquanta minuti di spettacolo. In quel piccolo paesino di provincia rividi anche come nel tempo, io, ho riacquistato il mio Sacro attraverso il Ritorno a Padre. Pinocchio ritornò a Geppetto e riacquistò la sua carne che aveva perso fuori dai precetti, dall’amore e dalla benevolenza del Padre.

Fuori da questi precetti Pinocchio altro non era che un burattino di legno in preda ai ladri, agli imbroglioni ed ai beoni. Ecco l’attualità della favola di Pinocchio che non riguarda solo me stessa ma la vasta umanità a cui Collodi si rivolse scrivendo questa favola per adulti. L’uomo diventa di legno quando si allontana da quelli che sono i Disegni divini del Padre buono e misericordioso che ha per ogni figlio un progetto di salvezza. L’Uomo diventa carne quindi Uomo perché in tal modo è stato concepito, quando si muove nel percorso del Padre. L’uomo diventa un burattino di legno da manovrare quando non riconosce la previsione del Sacro voluta sin dalla sua divina previsione di nascita.

Graziella Tedesco

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