In casa Reggina ci risiamo, a un mese di distanza. Ma si sapeva. Dopo la “tempesta” 16 febbraio, con le scadenze Irpef, la richiesta del club, la risposta del Tribunale, il comunicato, gli articoli nazionali e chi più ne ha più ne metta, arriva adesso un’altra scadenza, quella del 16 marzo, che riguarda anche i contributi Inps. La situazione, però, è praticamente identica a quella di 30 giorni fa. La Reggina è sempre sotto concordato con il Tribunale, il quale ha piena autonomia decisionale su questa vicenda, in attesa che si pronunci definitivamente.
Secondo quanto verificato, la società amaranto si è mossa allo stesso modo: ha già fatto richiesta al Tribunale per poter ottemperare ai pagamenti; vuole dimostrare che ha la disponibilità e che non c’è alcun problema economico, ma solo un “impedimento” burocratico guidato dall’ente che sta gestendo il concordato. Situazione, questa, che accavalla giustizia sportiva e giustizia ordinaria.
La risposta del Tribunale è attesa entro il 16 (presumibilmente quel giorno). L’ente potrebbe confermare la tesi già comunicata un mese fa (probabile), e cioè quella di non procedere al pagamento di queste scadenze in quanto il club ne avrebbe pieno diritto essendo sotto richiesta di omologa; oppure potrebbe “aprire” e consentire alla società di effettuare il saldo delle scadenze (più difficile), onde evitare di mettere il club dello Stretto in una posizione “fastidiosa”.
Di certo, un’eventuale nuova risposta negativa dal Tribunale metterebbe ancor di più la Figc nelle condizioni di dover discutere di questo vuoto normativo. E, regolamento alla mano, non farebbe altro che alimentare dubbi su una situazione del tutto nuova. In situazioni normali, però, il deferimento sarebbe probabilmente già arrivato, almeno quello. Il fatto che ancora non ci sia stato un pronunciamento ufficiale significa che anche le parti vogliono vederci chiaro, come assicurato anche nel corso dell’ultima Assemblea di Lega. Si attendono novità in questi giorni.