Il tribunale decide sul caso Cospito: eclatante il verdetto

Alfredo Cospito, che per protesta è in sciopero della fame dallo scorso 20 ottobre, è attualmente ricoverato nell'ospedale San Paolo di Milano

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Il tribunale di sorveglianza ha rigettato l’istanza della difesa di Alfredo Cospito e dunque l’anarchico resta al 41 bis. L’anarchico, che per protesta è in sciopero della fame dallo scorso 20 ottobre, è attualmente ricoverato nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano.

Nel provvedimento del Tribunale della Sorveglianza di Milano visionato dall’AGI si fa riferimento alla “strumentalità” dello sciopero della fame che “è assolutamente certa e ha dato corso alle patologie oggi presenti“. Come i giudici di Milano anche quelli della Sorveglianza di Sassari, ai quali gli avvocati dell’anarchico 55enne hanno presentato la stessa istanza, hanno rigettato la richiesta di domiciliari per motivi di salute.

Su Cospito il tribunale da ragione al governo

Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito è “frutto di un ragionamento preordinato e consapevole” che non può essere ricondotto a tratti disfunzionali di personalità ma è strumento per una battaglia più ampia. “Egli appare determinato nel rifiuto delle terapie proposte, esprimendo così il suo spazio di autodeterminazione, al fine di provocare gli effetti di cambiamento a livello giudiziario, politico e legislativo dallo stesso auspicati“. Lo sostengono i giudici del tribunale di Sorveglianza di Milano che hanno respinto l’istanza di differimento della pena chiesta dalla

difesa del detenuto. “Cospito è lucido, collaborante, non emergono alterazioni della percezione, né acuzie psichiatriche in atto ed egli appare consapevole dei rischi connessi alla prosecuzione del regime dietetico”, scrivono i giudici. La sua è una volontà che cozza con gli orientamenti della Corte Suprema – non si possono concedere i domiciliari a chi autodetermina le sue condizioni di salute – e che lo costringe alla detenzione, nonostante le condizioni di salute che non contrastano con “il senso di umanità della pena“.

La partita è dunque chiusa: “nella piena cornice della legittimità, lo Stato ha riaffermato che non si piega a condotte strumentali peraltro asseritamente volte a revocare il 41 bis a decine e decine di mafiosi. Abbiamo sempre avuto ragione, difendendo la legalità e l’istituto del carcere duro dalle aggressioni strumentali della galassia anarchica che avrebbero avuto il solo effetto di favorire la criminalità organizzata“. È quanto dichiara il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove.

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