Il terremoto e la psicosi delle mammine pancine: Reggio Calabria in tilt per una scossetta

Panico nelle scuole (e nelle chat di genitori) di Reggio Calabria dopo il terremoto in Aspromonte: mammine pancine in crisi perché le scuole non vengono evacuate

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StrettoWeb

Un terremoto di magnitudo 3.5 con epicentro tra Gambarie e Cardeto ha scosso oggi il territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Una ‘scossetta’, potremmo definirla, considerando che viviamo in una della zone a più alto rischio sismico non solo d’Italia ma di tutto il continente europeo. E qui, come sappiamo, può accadare ben altro a livello sismico. Eppure, nonostante la modesta entità della magnitudo, i reggini sono riusciti a mettere sottosopra una città intera.

Il caos, neanche a dirlo, è partito dalle chat di quelle che amiamo chiamare le ‘mammine pancine’, ovvero quelle genitrici convinte che tenere i loro figli lontani dalla vita reale e dagli imprevisti che ne fanno fisiologicamente parte sia il modo migliore per crescerli. E in verità, come unico risultato, si ritrovano poi con dei figli che non hanno idea di come si stia al mondo. Ma lungi da me il voler fare qui una lezione di genitorialità, data la soggettività e la fallibilità naturale di ogni genitore, il punto è un altro: come è possibile che per una scossa avvertita solo debolmente a Reggio Calabria si possa pretendere di chiudere e far evacuare le scuole? 

Le infernali chat WhatsApp

Dopo il terremoto, nelle chat infernali dei genitori si è scatenato il putiferio. Chi chiedeva se i bambini stavano bene, chi pretendeva l’evacuazione, chi non capiva che ci sono protocolli da seguire e accusa questa o quell’altra maestra, chi si è dovuta bere un bicchiere di acqua e zucchero per riprendersi dallo shock dopo aver saputo che il figlioletto non tornerà a casa nonostante il terremoto. Insomma, il delirio ha dilagato. Ma le scuole, grazie al cielo o grazie a chi ha deciso di non evacuare visto che non ce n’era necessità, sono rimaste aperte. Quasi tutte, aperte.

Già perché, in base a quanto appreso dalla nostra redazione, pare che alcuni istituti superiori, licei in primis, abbiano deciso di evacuare. Il comune, ad ogni modo, non ha emesso alcun ordine di evacuazione: ogni istituto ha deciso in autonomia. Il risultato? Semplice: in queste ore il corso Garibaldi è stato preso d’assalto da decine e decine di studenti che hanno colto l’occasione per andare in giro a bighellonare, come è possibile vedere dalle foto scattate questa mattina nella gallery scorrevole in alto. Alla faccia del pericolo terremoto. Il che è anche comprensibile, sono ragazzi! Lo abbiamo fatto tutti da giovani. Ma la verità è che sarebbero stati molto più al sicuro in classe. Le scuole reggine, infatti, sono tra i luoghi chiusi più sicuri in città da un punto di vista antisismico perché sono state costruite decenni fa, quando ancora la sensibilità post terremoto del 1908 la faceva da padrona. Sono tutte a due o tre piani, con tecnologie antisismiche e all’avanguardia.

Il terremoto in Aspromonte

Il terremoto di oggi in Aspromonte è solo una minima parte di ciò che il nostro territorio, purtroppo, è in grado di fare. Il forte risentimento sismico di questa mattina, soprattutto nei comuni aspromontani, è dipeso dal fatto che il sisma si è prodotto ad una profondità relativamente superficiale, ovvero 8.7 chilometri, il che lo rende molto più avvertibile soprattutto nei dintorni dell’epicentro. A Sant’Eufemia D’Aspromonte, ad esempio, è stata evacuata la scuola, ma in questo caso a ragione: lì l’intensità della scossa ha preoccupato e ha fatto tremare lampadari, mobili, porte.

Qui a Reggio si è sentito in maniera così lieve che molti non lo hanno nemmeno avvertito, eppure nonostante questo nelle famose chat è scoppiato il panico. Scommettiamo che molti sono andati a prendere i figli a scuola in anticipo? Magari gli stessi che ancora ora, nonostante sia finita la pandemia, si rifiutano di mandarli in gita o di farli partecipare ad attività di gruppo per non rischiare. Rischiare cosa, non si sa. Perché l’unico rischio che si corre è quello di crescere dei figli che non sanno socializzare e che hanno paura persino della loro ombra.

Si riunisce il Coc

Le scuole, dunque, operano in autonomia secondo i piani di evacuazione comuni. Al momento il Comune ha fatto evacuare solo alcuni uffici comunali, evidentemente a rischio perché operanti in edifici non antisismici, e sta facendo riunire il Coc.

I genitori, dunque, possono dormire sonni tranquilli: chi è preposto a prendere decisioni lo sta facendo. A meno che non vogliate chiedere di partecipare anche voi al Coc, il consiglio è di smetterla di creare il panico sulle chat di WhatsApp e di vivere tranquilli: scosse come questa sono la prassi, e lo sappiamo bene.

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