“Bob Kennedy volle la guerra di mafia in Italia”: la rivelazione che arriva dagli USA

Indebolire le famiglie italiane e quelle nel proprio paese: sarebbe stato questo l'obiettivo di Bob Kennedy, che secondo un'inchiesta giornalistica avrebbe voluto la guerra di mafia

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Il contesto è verosimile, ma il resto è del tutto inverosimile“, salvo che i documenti citati vengano mostrati da chi ne parla. Lo storico Salvatore Lupo boccia Seymour Hersh, il giornalista investigativo americano secondo cui a volere la guerra di mafia nei primissimi anni Sessanta fu Bob Kennedy. L’obiettivo era quello di indebolire le famiglie italiane e quelle nel proprio paese.

Lupo, docente di Storia contemporanea all’università di Palermo, è autorità riconosciuta nello studio della mafia e autore, tra l’altro, del volume ‘Quando la mafia trovò l’America‘, edito da Einaudi. “Alcuni aspetti non sono inverosimili – spiega Lupo all’AGI – l’input venne dall’America e veramente ci fu un contrasto interno, nato da un affare andato male. Ma al governo americano non era così evidente in quel momento il collegamento tra la sponda americana e quella siciliana e non interessava tenere sotto osservazione le famiglie siciliane. Non mi pare si vedesse da quel governo una sponda siciliana“.

Hersh nella sua inchiesta parla anche di intercettazioni del vertice per la pace tra le famiglie seguito alla strage di Ciaculli, avvenuta nel 1963 e di una collaborazione della Cia con Salvo Lima, che nella ricostruzione di Hersh appare un doppiogiochista tra la mafia e i servizi segreti americani. “Lima – afferma Lupo all’AGI – era un interno alla mafia, anche per relazioni familiari. A libro paga della Cia? Potrebbe anche darsi, ma servono i documenti per verificarlo. Per il resto, ripeto, non mi sembra che gli americani avessero il problema della mafia siciliana, un problema politico talmente rilevante da interessare Kennedy. Tra l’altro, tutti gli ‘scappati’ dalla guerra di mafia sono andati a finire in America e non mi sembra che qualcuno lì li abbia cercati. Sono stati loro a riannodare i rapporti tra le due sponde“.

Contesto verosimile

Verosimile – sottolinea Lupo – è il contesto, il contrasto tra due gruppi, addebitato alla cattiva conclusione di un affare. Nella descrizione degli eventi non vi sono falsità: o lui si è letto qualche libro successivo a quegli eventi o ha davvero trovato qualche documento della Cia scritto in tempo reale, ma bisognerebbe vederlo“.

La declassificazione di documenti della Cia o di altre istituzioni americane potrebbe portare elementi utili alla ricostruzione della storia della mafia? “Non ci penso e non ci spero – risponde Lupo – e non mi risulta che sia mai venuto fuori qualcosa di rilevante da tutti questi documenti di cui si favoleggia. Naturalmente, non lo escludo. In questi casi il giornalista li interpreta, ma queste carte, se esistono, bisogna vederle. Certo, se esistesse un verbale delle intercettazioni – sorride – sarebbe un bel colpo“.

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