Caso Reggina e date accavallate: in B è rischio pasticcio, tra playoff illegittimi e il precedente del Bari

Date accavallate, "resistenze" di Lega e Figc, caso Reggina. Ma che succede se i playoff di Serie B non slittano?

StrettoWeb

Lega B e Figc non vorrebbero posticipare i playoff di Serie B per il caso Reggina. Utilizziamo il condizionale, ovviamente, anche perché di ufficiale non c’è niente. Ci sono, però, le intenzioni di entrambe: la prima pubblica una nota in cui ribadisce l’obiettivo di salvaguardia della competizione; la seconda prova a velocizzare i tempi fissando l’udienza per il secondo deferimento all’11 maggio. Il messaggio è chiaro: noi andiamo avanti, anticipiamo le date dei processi e cominciamo regolarmente i playoff il 26 maggio.

Ma poi c’è la Reggina e c’è il caso Reggina. C’è una sentenza d’Appello per il primo deferimento a metà maggio e c’è il primo grado del secondo deferimento qualche giorno prima, con successivo ricorso del club in caso di sanzione. Pur velocizzando al massimo, i tempi sono quelli. Non si scappa. E’ probabile che al 26 di maggio, in caso di conferma della sanzione, si debba discutere il primo deferimento in terzo grado (Coni) e il secondo in Appello, se non anch’esso al Coni. E quindi? La logica lascia presuppore uno slittamento, anche solo di una decina di giorni, ma le intenzioni di Lega e Figc sembrano diverse. E se non posticipano, che succede? Un pasticcio bello e buono, l’ennesimo di un sistema calcio che in Italia è ormai abituato a vivere di estati calde, di ricorsi e contro ricorsi e di tempi biblici a campionato iniziato.

Playoff illegittimi?

Al momento in cui scriviamo nessuna decisione è stata ancora assunta, ovviamente. Tutto è aperto, tutto è possibile. E, per questo, non ci meraviglieremmo di nulla. Neanche che Federazione e Lega decidessero di non slittare, cominciando regolarmente i playoff il 26 e con la Reggina magari fuori di qualche punto e in attesa di sentenza Coni. Cosa ce lo fa pensare? Il fatto che la Figc non contempli oltre i primi due gradi, motivo per cui per loro il processo è terminato dopo i primi due gradi. Rischio. E anche enorme.

Immaginate un po’ un playoff che comincia, ad esempio, con un Palermo (ottavo per via della Reggina fuori a causa della penalizzazione) corsaro a Parma (ipotizziamo quinto) e pronto a giocarsi la Serie A in semifinale. Poi arriva il Coni, restituisce i punti alla Reggina e riscrive la classifica, decretando dei playoff illegittimi. Come la mettiamo? Un pasticcio, come detto, con conseguente ricorso dei rosanero ed ennesima estate calda. Solo a pensarci, anche se nel frattempo saremo a giugno, vengono i brividi. Eppure, ad oggi, neanche questa ipotesi è da scartare, anzi. E’ poi scontato, in tutto ciò, che la Reggina debba trarre il massimo dalle prossime quattro partite, per non vanificare ogni discorso.

L’ipotesi slittamento e il caso Bari del 2018

L’altra ipotesi, come detto, è quella dello slittamento. Di una settimana, di dieci giorni (come accaduto in C), di due settimane massimo. Classifica congelata, il Coni si esprime, si può cominciare (a meno che la Reggina non vada fino al Consiglio di Stato, ma questa è un’altra storia). Esiste, in tal senso, un precedente recente in Serie B. Nel 2018, infatti, l’inizio degli spareggi promozione slittò di qualche settimana per via del caso Bari, in attesa di essere deferito per mancati pagamenti Inps e Irpef. I galletti arrivarono sesti sul campo (incaricati a giocare il primo turno in casa contro il Cittadella in gara secca), il Tfn anticipò i tempi dell’udienza in primo grado (dall’1 giugno iniziale al 23 maggio) e comminò due punti di penalizzazione, che fecero scivolare i pugliesi al settimo posto, così da giocare il primo e unico turno a Cittadella e non al San Nicola. Una situazione molto simile a quella accaduta quest’anno in Serie C col caso Siena.

Ma il caso Reggina è diverso

Le situazioni sopracitate, però, sono frutto di compagini che – allora il Bari e oggi il Siena – non hanno provveduto al saldo delle scadenze per dei problemi effettivi, non presentando dunque neanche ricorso. Il caso Reggina, invece, lo conosciamo bene e sappiamo che è diverso. Se il club amaranto avesse accettato in silenzio la condanna, senza effettuare ricorso, il tutto sarebbe terminato normalmente entro i termini di inizio spareggi. La società dello Stretto, però, sa di avere ragione, lo vuole dimostrare in entrambi i processi, si vuole difendere dalle accuse del Tfn nel primo caso, e non ha alcuna intenzione di patteggiare, come spieghiamo da tempo. Presentando ricorso, dilata i tempi, ma questo non le importa; ciò che le importa è di dimostrare la propria innocenza. La modifica delle Noif da parte della Figc è un segnale, così come il piano di ristrutturazione del debito presentato ufficialmente questa mattina, con tutte le fideiussioni all’interno e a garanzia della solidità economica del gruppo societario.

Condividi