Pochi giorni fa mi trovavo in centro a Catania, nei pressi di Villa Bellini, e con piacevole stupore notavo come nel giro di pochi metri tra negozi e boutique di ogni genere spiccavano per dimensioni enormi, insegne ultra luminose e particolare cura dei dettagli delle vetrine due grandi librerie (Feltrinelli e Mondadori). Tra le due, lungo il viale Regina Margherita, notavo un’altra libreria apparentemente più piccola ma molto più caratteristica in quanto accanto all’insegna “Catania Libri” evidenziata con il logo dell’Etna che quindi dava già un’idea molto più identitaria di questa realtà, specificava come all’interno si potessero trovare tra le altre cose “libri antichi e rari“, e sorgeva accanto a un grande cortile al cui ingresso c’è scritto “Centro ceramiche artistiche di Caltagirone“. In vetrina si intravedono molte ceramiche particolari, le più attraenti – almeno per me – con carte geografiche della Sicilia, dell’Etna e dell’Italia meridionale incise su piastrelle colorate. Entro a fare un giro e rimango stupito, incantato: il negozio apparentemente più piccolo degli altri è un enorme corridoio circondato da libri di ogni tipo e di ogni genere, più simile ad una biblioteca che ad una libreria.
Il titolare deve essere uno storico rappresentante/distributore di libri, in quanto conosce bene ogni angolo di Sicilia e anche Calabria dove si recava a portare libri ben prima che venissero realizzate le attuali strade statali e a scorrimento veloce che consentono di raggiungere con relativa comodità anche la costa jonica del reggino. Questa storica libreria, che rappresenta un angolo di grande cultura, ha ereditato l’antichissima sede della libreria Giannotta di cui ha conservato una parte del catalogo, ed è un luogo di ritrovo per appassionati che possono conoscere gli autori, partecipare a presentazioni di libri, corsi di scrittura creativa, assistere a conferenze ed esposizioni di fotografia.
Caso vuole che tornando più tardi nel locale con mia moglie, riusciamo finalmente a trovare dopo anni di vane ricerche due pezzi di ceramiche di rara bellezza perfettamente realizzati per le nostre esigenze in termini di dimensioni e tonalità. Costano un occhio della testa ma non possiamo resistere e decidiamo di acquistarli, insieme ad un altro importante regalo. Le dimensioni sono importanti e l’imballaggio impegnativo, così ne approfitto per andare ulteriormente a sviscerare i segreti di questo magico angolo di Catania ricco di storia e curiosità. Voglio trovare un libro particolare, caratteristico, locale, che non potrei mai acquistare in una grande catena ma che possa avere il merito di raccontarmi qualche pagina di storia inedita di questa città e di questa provincia. Dopo tanti titoli, tanti sottotitoli e tante curiosità, gli occhi mi vanno su un piccolo volume del 1996 tanto che il costo è di trenta mila lire (di lire non ne avevo più nel portafoglio ma non è stato un problema). Si intitola “C’era anche il Corriere di Sicilia – Episodi, personaggi, aneddoti raccontati da ex redattori del mitico giornale catanese“. Basta questo per convincermi: devo leggerlo.
Lo porto a casa, per così dire, nel senso che l’ho praticamente finito tutto d’un fiato ancor prima di arrivare a casa. E non posso che raccontarlo oggi, 27 anni dopo che è stato realizzato, con grande trasporto e particolare apprezzamento per Aldo Motta, Giuseppe Settineri, Melo Timpanaro, Pippo Longo, Carmelo Gennaro, Saverio Lajacona, Lino Serrano, Enea Ferrante, Antonio Di Paola, Aldo Magnano, Annibale Giordani e tutti gli altri autori che non conosco e forse mai avrò la fortuna di conoscere. Non erano certo più ragazzini quando si sono incontrati, il 21 maggio 1995, nella super villa di Enzo Tarantino per celebrare i ricordi della vita di redazione di 35-40 anni prima, nel Corriere di Sicilia che ha fatto la storia dell’informazione locale a Catania negli anni ’50 e ’60. Qualcuno non c’era già più allora, e veniva ricordato con nostalgia e affetto. Chissà oggi chi è ancora nel nostro mondo e dove si trova… Di certo ha lasciato un’eredità bellissima. Un racconto tanto semplice e genuino quanto profondo e didattico. Perchè rispetto a quegli anni tante cose sono cambiate, tante altre sono rimaste come allora.
Credo che donerò una copia di questo libro a tutti i ragazzi che oggi vogliono iniziare a fare i giornalisti. Soprattutto nelle nostre realtà di provincia e di informazione locale, poco è cambiato rispetto ad allora. Nel bene e nel male. Molto è cambiato invece nella società: quell’entusiasmo di affermarsi tramite il lavoro oggi è perduto, inseguendo il denaro facile che non arriva certo dal giornalismo. Ma anche i sani principi e valori che si riflettono dalle famiglie dei protagonisti, oltre che dal senso di responsabilità e da quella sana goliardia oggi perduta nel mondo del politicamente corretto dove guai a valicare il recinto del perbenismo che altrimenti sei crocifisso. Ma soprattutto in queste pagine c’è un involontario spaccato della Catania che fu. La storia più viscerale della città etnea e dei suoi personaggi dell’epoca che si rivede in ampi tratti nella città di oggi, felice e disordinata, bella e ambiziosa, umile e giocosa.