Quel ‘pedofilo’ del Dalai Lama: quando essere un vecchio con l’Alzheimer è un privilegio

Bullizzare un 'vecchio con l'Alzheimer' e additarlo come pedofilo, sui social e non solo, è sicuramente più facile che provare umana compassione per lui

StrettoWeb

Cose che abbiamo capito in questi giorni: se sei il Dalai Lama non puoi permetterti di avere la demenza senile.

Avete mai visto un pedofilo agire pubblicamente, come se niente fosse? Avete mai visto un deviato sessuale mostrare spudoratamente davanti a milioni di persone la propria squallida devianza? Sono quasi certa che nessuno possa rispondere di sì a queste due domande.

Allo stesso tempo, però, avete mai visto un anziano mostrare in pubblico, e in privato, segni di demenza senile? Avete mai sentito un anziano dire cose senza senso e pensare: “è proprio vero che la demenza fa tornare tristemente bambini“. Sicuramente a queste due domande molti risponderanno di sì.

E allora, resta da chiedersi cosa possa far pensare che quanto accaduto al Dalai Lama e al piccolo che viene considerato ormai vittima sacrificale di un ‘vecchio porco’, non sia altro che questo: demenza senile. E lo è, con certezza scientifica. Tenzin Gyatso, al secolo Lhamo Dondrub, ovvero il Dalai Lama, ha 87 anni. E da tempo, ormai, le sue apparizioni pubbliche sono caratterizzate da gaffe, alle quali i più stretti collaboratori del Premio Nobel per la pace tentano di mettere pezze, più o meno ampie.

Il problema è uno solo: un Dalai Lama è a vita. Ma non come il papa, che può anche decidere di lasciare a favore di un successore, come ha fatto Ratzinger, rimanendo comunque in carica come Papa emerito. La questione del Dalai Lama è spirituale, e nel buddismo con lo spirito non si scherza. Non può esistere un altro Dalai Lama mentre quello precedente è in vita, perché lo spirito dei 14 che lo hanno preceduto fino ad ora, secondo i buddisti, è sempre lo stesso. Dunque, perché avvenga il passaggio dello spirito, è necessario che quello precedente muoia.

Prendiamo dunque il caso di un ottantasettenne medio, con le sue patologie e con tutti i problemi di demenza senile che ne possono conseguire: che fare se questo è il Dalai Lama e ‘perde colpi’? Nulla. Non si può fare nulla se non provare a limitare i danni, finché è in vita. Ma data la figura pubblica di cui parliamo non è sempre semplice e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Il video nel quale il Dalai Lama chiede al bambino di succhiargli la lingua, per noi occidentali perbenisti e vittime del politically correct, è quasi inguardabile. Ma la verità è che osservandolo bene ci si rende che no, non siamo di fronte ad un pedofilo. Siamo di fronte ad un anziano vittima della sua stessa demenza. E noi dovremmo avere un tantino di rispetto in più nei suoi confronti, perché potrebbe essere un nonno qualsiasi. Non di certo un deviato sessuale. E suoi i precedenti 87 anni di vita lo hanno ampiamente dimostrato.

Ma è chiaro che bullizzare un ‘vecchio con l’Alzheimer’, sui social e non solo, è sicuramente più facile che provare umana compassione per lui. Siamo nel 2023, d’altronde, e l’apparenza è tutto.

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