Dopo Messina Denaro era il latitante più pericoloso: Bonavota arrestato in chiesa

Il latitante calabrese Pasquale Bonavota si era rifugiato nella cattedrale di San Lorenzo, in pieno centro a Genova: i carabinieri lo hanno arrestato in chiesa

StrettoWeb

Dopo l’arresto lo scorso gennaio di Matteo Messina Denaro, Pasquale Bonavota era considerato il boss più pericoloso e ancora latitante. Il boss della ‘ndrangheta super latitante, è stato fermato oggi dopo essere entrato nella chiesa di San Lorenzo, la cattedrale di Genova.

I carabinieri del reparto operativo, coordinati dal colonnello Michele Lastella, lo hanno seguito per un tratto. Una volta dentro la chiesa, lo hanno arrestato. Aveva un documento falso. I militari erano sulle sue tracce dal 2021.

Piantedosi: “l’arresto di Bonavota è un grande successo”

Un grande successo dei nostri investigatori”. E’ quanto dichiarato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che si è complimentato con i Carabinieri per l’arresto del latitante. La cattura di Bonavota, inserito nell’elenco di massima pericolosità, aggiunge il titolare del Viminale, rappresenta “una risposta forte dello Stato che conferma ancora una volta, dopo gli arresti da inizio anno di Matteo Messina Denaro e di Edgardo Greco, il grande impegno di magistratura e forze dell’ordine per contrastare le organizzazioni mafiose e assicurare alla giustizia pericolosissimi criminali“.

Antimafia Liguria: “l’arresto dimostra centralità regione”

L’arresto a Genova del boss ‘ndranghetista latitante Pasquale Bonavota dimostra ancora una volta la centralità della Liguria, non solo nei traffici di droga nei porti, ma anche nelle trame organizzative della criminalità organizzata“. E’ il commento di Roberto Centi, presidente della commissione regionale antimafia della Liguria dopo l’arresto avvenuto a Genova del boss Pasquale Bonavota.

Stiamo parlando di un mafioso ricercato e inserito nella lista dei 4 latitanti di massima pericolosità ricercati dal programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno – sottolinea Centi -. L’unico soggetto rimasto latitante a seguito dell’operazione Rinascita-Scott che il 19 dicembre 2019 aveva portato all’arresto di 334 persone ritenute appartenenti alle strutture ndranghetiste della provincia di Vibo Valentia. Indagine dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri“.

Oggi scopriamo che Bonavota si nascondeva in Liguria – aggiunge Centi -. La notizia però non deve sorprenderci. Già a gennaio, raccogliendo le indicazioni scritte nella relazione annuale della Dia, come commissione regionale antimafia avevo posto l’attenzione sui fortissimi interessi della cosca vibonese Bonavota sulle aziende edili nella zona tra Chiavari e Deiva Marina“.

A nome mio e della commissione che ho l’onore di presiedere – conclude Roberto Centi – vorrei anche ringraziare le forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro svolto. Un lavoro di cui troppo spesso non si parla, o si parla poco, ma che ha un valore enorme nella quotidiana lotta contro la criminalità organizzata“.

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