“Spero Meloni voglia cogliere l’occasione per dire che la destra italiana i conti fino in fondo con il fascismo li ha fatti quando e nata Alleanza nazionale. La destra i conti li ha fatti e spero che Meloni lo dica riconoscendo i valori costituzionali democratici e antifascisti. Non capisco questa ritrosia nel pronunciare la parola antifascismo”. E’ quanto afferma Gianfranco Fini a “Mezz’ora in più” su Rai 3. “La destra riconosca il valore dell’antifascismo e la sinistra la smetta di avere la paternità esclusiva della resistenza: nella resistenza c’erano anche uomini di destra. Mattei era un partigiano”, rimarca Fini. “Conosco Ignazio La Russa da una vita, Giorgia Meloni da tanto tempo. Sono convinto che abbiano la determinazione di credere che libertà, giustizia, solidarietà sono valori antifascisti perché sono nella Costituzione“, evidenza Fini.
“Pacificazione non vuol dire parificazione, pacificare vuol dire avere una memoria condivisa di quello che è accaduto: tutti coloro che sono caduti per i valori in cui credevano vanno onorati, i criminali no, però occorre anche saper distinguere quale era la parte giusta e quale era la parte sbagliata, questo è il punto ineludibile”, spiega Fini. “Il diritto di muoversi liberamente è un diritto universale e ineliminabile ma le migrazioni bibliche sono un’altra questione. Il governo sta facendo quel che può e non tutto arriverà ad una conclusione positiva occorre agire in sede europea perchè la Ue predica bene, ma è inerte nel momento in cui deve passare dalle intenzioni alla pratica. Certo il sovranismo sbandierato fino a poco tempo fa anche da Fratelli d’Italia è l’anticamera dell’egoismo, ha aggiunto per poi commentare che sulla protezione speciale il testo iniziale del decreto Migranti era inaccettabile, mentre il testo residuo è un tentativo di ridefinire alcuni aspetti, ma non cambierà nulla”, conclude Fini.