Quell’incontro casuale con Vincenzo Nibali, campione nella vita e nello sport

Da un incontro casuale con il campione di ciclismo Vincenzo Nibali torna il sorriso sul volto di chi è costretto a fare il pendolare tra il Nord e il Sud

StrettoWeb

Succede a tarda sera a Malpensa, in un aeroporto quasi vuoto, stanco anche lui dopo il trambusto della giornata trascorsa. Sono seduto al T1 in attesa di un collega che mi riporti a casa, stanco anch’io, assorto nei pensieri e un poco malinconico. Succede ogni volta che rientro dalla Calabria. Da lontano scorgo un uomo, solo, con un grande trolley, mi sembra di conoscerlo e man mano che si avvicina mi chiedo se sia lui, ma è Nibali? E si avvicina sempre di più, ed è veramente Nibali!

Vicenzooo!!!”, gli grido forte con il mio tipico accento catanese del nord, che quasi lo spavento, si volta e mi guarda come a voler dire: ma chi sei? Allora mi alzo, mi avvicino a lui e gli ricordo di quando ragazzini correvamo nella nostra Sicilia, lui non può ricordarsi di me; ma per un minuto, dopo essermi presentato, guadagno la sua fiducia, ora siamo quasi vicini di casa!

Vincenzo posso fare una foto con te?“. Certo! Fatta la foto, come a volersi scusare per non potermi dedicare tempo, dice: “sono in giro dalle 4 del mattino e sono stanchissimo”.

Vincenzo Nibali, un campione nella vita e nello sport, in compagnia della sua bici dentro un grande trolley rigido, in una sera malinconica di aprile, senza accompagnatori, senza la folla dei vip, in giro dalle 4 del mattino, si concede ad una foto con l’umiltà infinita di un vero campione. E la malinconia d’un tratto svanisce.

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