Gli italiani non sanno più sognare: hanno creato il Pantheon e ora hanno paura del Ponte sullo Stretto

Il Ponte sullo Stretto fa paura agli stessi che hanno creato il Pantheon, il Duomo di Milano, il Ponte abitato di Firenze, o Rialto, o la cupola di Brunelleschi

StrettoWeb

L’ossessione di Matteo Salvini per il ponte che non si può fare“. E’ questo il titolo, tendenzioso e del tutto discutibile, di un articolo pubblicato da L’Espresso qualche giorno fa. L’ennesimo frutto di un’ossessione, stavolta vera: quella dei cavernicoli nei confronti di un’infrastruttura indispensabile come il Ponte sullo Stretto. Nell’articolo, infatti, si parla del collegamento Calabria-Sicilia che, secondo quanto si legge e senza alcuna prova tecnico-scientifica, presenterebbe “problemi di ingegneria, finanza e tenuta giuridica del decreto“. L’ennesima fake news utile ai detrattori del ponte per screditare quanto si sta cercando di fare. E quanto si farà.

All’articolo ha risposto con una lettera scritta al medesimo giornale, Gaetano Pesce, scultore, designer e architetto italiano. “Ho letto il vostro articolo “L’ossessione di Matteo Salvini per il ponte che non si può fare” sull’Espresso online del 27 marzo. Sono rimasto profondamente sorpreso di leggere, da una parte che si vuole realizzare un ponte che lega la Sicilia all’Italia facendo un viadotto che è una copia del Golden Gate di S. Francisco. Una vergogna sapendo che l’Italia non ha mai copiato, ma al contrario è stata sempre copiata!“, si legge nella lettera.

Nell’altra parte dell’articolo vi sono descrizioni di altri “opinionisti” che deridono i sostenitori del ponte, perché è difficile da realizzare, impossibile e, in una parola, fuori dalla realtà italiana – scrive Pesce –. A questo punto sono sconvolto e chiedo: dove sono finiti gli italiani capaci di realizzare il Pantheon senza colonne, o costruire una città miracolo sull’acqua in un’epoca certamente non provvista di tecnologia avanzata, e il Duomo di Milano, o il Ponte abitato di Firenze, o Rialto, o la cupola di Brunelleschi o quella di Michelangelo, o piazza San Pietro e la Mole Antonelliana???“.

“Dove sono finiti Giotto, Masaccio e Raffaello?”

Dove sono finiti Giotto, Masaccio, Raffaello, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Bernini e Borromini che hanno osato l’impensabile e che ci hanno dato un’Arte fino ad oggi mai superata e che il mondo ci invidia? Cosa è successo al mio Paese che non è più capace di sognare? Perché in questa grande Italia, se c’è uno che ha un’idea, c’è subito un altro che lo demolisce? Perché questa sonnolenza e torpore che ci fanno aver paura del nuovo?“, scrive ancora l’artista.

Sia chiaro che non sostengo il progetto di Ponte copiato! Ma vorrei suggerire che si realizzasse un ponte innovativo, un Ponte “scoperta”, che dicesse al mondo che l’Italia si è risvegliata tornando ad essere capace di inventare una meraviglia, che portasse prestigio internazionale per secoli e infiniti, sbalorditi visitatori? Perché non tentare? Perché il Capo dello Stato, così amato dagli italiani, non li esorta a essere più coraggiosi, più cultori della scoperta, più sperimentali, innovativi e creativi e amanti del futuro e del progresso?“, conclude Gaetano Pesce.

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