Lollobrigida: “giovani italiani devono lavorare nei campi, non sul divano col reddito”

"Stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza", "non è un modello di civiltà è non andare a lavorare": secondo Lollobrigida i giovani devono scegliere l'agricoltura

StrettoWeb

Nelle campagne c’è bisogno di manodopera e i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura. Anzi, quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza“. E’ quanto dichiarato dal ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, parlando al Vinitaly di Verona.

Il tema trattato era quello dei flussi, per le quote di stagionali richiesti per le campagne di raccolta. “Sui flussi – ha aggiunto Lollobrigida – c’è la volontà di organizzarli seriamente, contrastando l’immigrazione illegale, e facendo formazione nei Paesi di provenienza dei migranti“.

A Vinitaly, inoltre, si torna a discutere dell’etichettatura degli alimenti in ambito europeo. “Il Nutriscore non serve a informare – ha detto ancora il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare, e Foreste – ma a condizionare. Non è un algoritmo a dirci cosa mangiare ma la capacità di distinguere e discernere. Meglio il modello italiano delle etichette a batteria che va a individuare il il quantitativo dei prodotti valido per una dieta bilanciata“.

Secondo Lollobrigida “per gli italiani la convivialità è un elemento dello stare bene. Noi italiani non utilizziamo il cibo come carburante ma apprezziamo quei prodotti, come il vino, che ci portano benessere anche a livello mentale“. Del resto, per Mario Soldati, ha ricordato Lollobrigida, il “vino è per l’anima ciò che l’acqua è per il corpo. E il vino è poesia della terra“. Tutto questo, ha detto ancora il ministro Lollobrigida, “va insegnato ai giovani e sono orgoglioso di portare a Vinitaly le scuole. In particolare 300 studenti degli Istituti Agrari, coi loro insegnanti, perché possano ricevere formazione dalle aziende per poi saper raccontare il vino“.

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