Messina: nasce un Osservatorio INGV, strumentazioni di grande eccellenza usate per progettare il Ponte

A Messina nasce un Osservatorio INGV unico in Italia: strumenti eccezionali usati per progettare l'infrastruttura stabile tra Calabria e Sicilia

StrettoWeb

Il Sindaco di Messina, Federico Basile, ha presentato il progetto per la riqualificazione del Parco Aldo Moro dove verrà riattivata la sede di Messina dell’INGV che sarà fondamentale per il Ponte sullo Stretto.

Il coordinatore dell’Osservatorio dell’INGV Mario Mattia, spiega come l’INGV a Messina “potrà contare su dieci ricercatori, cinque distaccati dalla sede di Catania e cinque nuove assunzioni che daranno la possibilità a giovani professionisti di operare in un contesto idoneo e soprattutto in una città ad elevata vulnerabilità, fragile, esposta a rischi elevati. Per la prima volta dopo 50 anni, in questa struttura ci sarà personale in pianta stabile”.

L’Ingv ha ristrutturato l’edificio all’interno del Parco e adesso, con i fondi del Pnrr, lo attrezzerà con il progetto Nemesi (3,5 milioni di euro). Il coordinatore ha anche detto che “nel 2017 la Società Stretto di Messina ha ceduto all’INVG 166 stazioni di monitoraggio; alcune di esse sono andate distrutte, altre, verranno utilizzate per il monitoraggio destinato agli studi sismologici ed ambientali in particolare, idrogeochimici per valutare la qualità dell’acqua e la dinamica delle acque sotterranee nella zona dello Stretto”.

Quello della città dello Stretto sarà uno dei più importanti osservatori sulla sismicità: “i dati che questa stazione ha continuato a registrare negli ultimi decenni, venivano spediti a Catania al centro di riferimento. Con ‘Nemesi’ i dati saranno elaborati qui dai tecnici che saranno assunti“. Fondamentale la rete di monitoraggio allestita per il Ponte e donata dalla Società Stretto di Messina all’INGV: “è una rete di 166 fori nel terreno dove erano inseriti dei macchinari piezometrici e inclinometrici che davano una serie di informazioni in tempo reale. Adesso quei fori anche di 40 metri nel terreno, pur senza macchinari, potranno essere riutilizzati e quella rete rigenerata”.

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