Non chiamiamoli ‘No Ponte’: sono semplicemente cavernicoli

Perché i 'No Ponte' non esistono più: sono un gruppo di cavernicoli contrari ad ogni innovazione foriera di sviluppo

StrettoWeb

No, non chiamiamoli ‘No Ponte’. I ‘No Ponte’ di fatto non esistono più, con riferimento a quelle persone comuni, della società civile, di vari orientamenti politici e di certo non ideologicamente pregiudicati, che negli anni avallavano dubbi sull’opportunità e sulla bontà di realizzare il Ponte sullo Stretto. Oggi tutte le persone normali sono convinte dai fatti non solo che il Ponte sia necessario, ma anche “urgente” e “prioritario” come tra l’altro sancito dal decreto legge firmato da Mattarella e pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo l’ok del Consiglio dei Ministri del Governo che ha il più grande consenso democratico della storia del Paese.

Rimangono, però, alcuni contrari. Che però non sono ‘No Ponte’: sono ‘No Tutto‘. Sfidiamo, infatti, a trovare ‘No Ponte’ che siano invece favorevoli alla TAV, al MOSE, alle centrali nucleari, ai rigassificatori, alle centrali a carbone, a gasdotti ed elettrodotti, a qualsiasi grande opera strategica per lo sviluppo delle popolazioni e dell’umanità. Ovviamente a Messina e Reggio Calabria c’è più percezione dei ‘No Ponte’ solo perché l’argomento è più sentito e riguarda questo territorio, ma se proponessero la costruzione di un qualsiasi tipo centrale a Mortelle o Santa Trada, gli stessi ‘No Ponte’ sarebbero ‘No Centrale’. Così come i No-TAV erano prevalentemente in Piemonte, i No-TAP prevalentemente in Puglia, i No-MOSE prevalentemente in Veneto. E’ sempre lo stesso identikit dei “Mister No“, come il famoso personaggio dei fumetti ideato da Sergio Bonelli (sarà il cognome…) e intriso da “intolleranza alla disciplina e all’autorità”.

mister no quel maledetto ponte

Il No al Ponte e alle grande opere, però, non nasce dalla voglia di libertà e autoregolamentazione. E’ esattamente l’opposto: nasce da una sottocultura retrograda e reazionaria che contrasta ogni tipo di innovazione per paura che provochi chissà cosa. L’area dello Stretto, di recente, ha perso un’altra grande occasione quando gli svizzeri della Sei avevano progettato un’avveniristica centrale a carbone pulito a Saline Joniche, un progetto straordinario da1320 MW che avrebbe fornito energia gratuita a tutta la provincia reggina e riqualificato l’area più degradata in assoluto del territorio. I soliti “No” hanno bloccato tutto: in prima linea c’erano Verdi, Legambiente, WWF e fantomatici ecologisti vari, che sono in prima linea anche contro il Ponte sullo Stretto (e lo erano per il MOSE, la TAV, il TAP etc. etc.). Guarda caso.

Ecco perché da oggi su StrettoWeb non li chiameremo più ‘No Ponte’. Sono cavernicoli. E non è un’offesa: è la loro reale identità, di cui forse vanno orgogliosi. Dicendo ‘No’ a tutto vorrebbero forse che tornassimo a vivere nelle caverne, riscaldarci con il fuoco, cacciare con le lance e coprirci con le pellicce. Ecco perché da oggi – almeno sulle nostre pagine, e con l’augurio che tutti facciano lo stesso – ogni manifestazione “no ponte” sarà una “manifestazione dei cavernicoli”; e ogni riunione dei “no ponte” sarà un “raduno di cavernicoli”. Per correttezza d’informazione, e per chiamare le cose con il loro vero nome. E tutti gli intellettualmente onesti diranno di far parte dei cavernicoli, o condividere le idee dei cavernicoli, o appartenere ai cavernicoli. Gli altri, invece, sono pro Ponte, pro libertà, crescita e sviluppo della società.

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