La pasta più buona di Milano? È in bianco e costa 26 euro, scoppia il caso

"La mia idea di pasta in bianco": è questo il nome del piatto che sta facendo discutere il web, composto solo da fusilli e croste di formaggio per la "modica" cifra di 26 euro. Ma, come spiega lo chef Quadrio che l'ha ideata, c'è uno studio dietro

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Mai avremmo immaginato che un semplice piatto di pasta, simbolo della cucina italiana nel mondo, facesse scoppiare un caso pari alla pizza “brutta” di Cracco. Il luogo è sempre lo stesso, Milano, ma cambia l’ingrediente, anzi i due ingredienti: ebbene sì, la pasta più buona della città meneghina è composta da soli due prodotti, fusilloni e croste di Parmigiano Reggiano. Non c’è altro: manca olio, burro, formaggio grattugiato, e costa 26 euro. A proporla è Alberto Quadrio, l’executive chef del ristorante “10_11” del “Portrait” di Milano, situato nel Quadrilatero della Moda. Il piatto, denominato sul menù “La mia idea di pasta in bianco”, è già diventato virale su tutti i social.

La pietanza in questione, ha fatto indignare molti utenti che hanno criticato, la maggior parte senza assaggiare, il rapporto qualità-prezzo della pasta. Sembrerebbe infatti, che 26 euro per “un po’ di pasta in bianco” siano un po’ troppi. Diversi i commenti, negativi, sotto al post: “è un’offesa alla miseria” scrive qualcuno, “sembra un po’ asciuttina” fa eco un altro, “i 26 euro ce li dai tu per mangiarla?” tuona un altro ancora. Va precisato però, che dietro a questo piatto c’è uno studio e una preparazione laboriosa, come ha spiegato lo stesso Quadrio.

I fusilloni infatti, vengono cotti direttamente nel brodo di crostoni di Parmigiano stagionato 36 mesi, dopo un processo di filtrazione e separazione della parte liquida da quella grassa. Nonostante le critiche, “La mia idea di pasta in bianco” sembra andare davvero forte. L’idea infatti, è risultata vincente in tutti sensi: da un lato, ha portato visibilità al locale con un ritorno di clientela non indifferente, dall’altro invece, ha conquistato il premio “Innovazione 2023”. Un piatto da leccarsi i baffi, o quasi.

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