Ponte sullo Stretto, lo studio: “l’integrazione di Reggio e Messina porterebbe enormi benefici”

Musolino: "Reggio e Messina da alcuni decenni stanno progressivamente perdendo peso e rilevanza relativa non solo nel contesto nazionale, ma anche nel Mezzogiorno, il Ponte porterà benefici"

StrettoWeb

Mentre l’iter per la costruzione del Ponte sullo Stretto è ripartito con la riattivazione della Società Stretto di Messina e soprattutto con la volontà politica da parte del Governo Meloni che ha messo tra le priorità l’infrastruttura stabile tra Scilla e Cariddi, è da menzionare lo studio di Dario Antonio Musolino sulle “twin – citiens dello Stretto e la prospettiva dell’Area integrata”. Il docente è nato a Reggio Calabria ed è economista e professore presso l’Università Bocconi di Milano e l’Università della Valle d’Aosta.

“Due aree urbane che sommano oltre 400 mila abitanti, potenzialmente la terza area urbana del Mezzogiorno, e che arrivano a oltre un milione e 200 mila abitanti se si includono le rispettive province, rimangono ad oggi di fatto dis-integrate, divise, poichè innanzitutto prive di un adeguato sistema integrato (dal punto di vista modale, tariffario e degli orari) di collegamenti di trasporto. Con tutta l’immaginabile assenza di possibili effetti virtuosi, banalmente legati per esempio alle economie di agglomerazione, che si sprigionerebbero nel momento cui due città della scala di Reggio e Messina diventano una unica area urbana di dimensione notevolmente più grande”, evidenza Musolino nel suo studio.

L’integrazione territoriale porta generalmente benefici economici ampi, estesi, diversificati, alle città gemelle. Per esempio allarga considerevolmente il mercato urbano di consumo, comportando prevedibili effetti di prezzo e di varietà, e accrescendo quindi il benessere della popolazione residente (e non). Oppure amplia il mercato urbano del lavoro, accrescendo le opportunità occupazionali, e il bacino di offerta del lavoro, a scala locale. O anche ha l’effetto di estendere il bacino di utenza per le utilities, per le grandi funzioni e i grandi servizi urbani, pubblici e privati, portando potenzialmente effetti positivi in termini di costi ed efficienza. O inoltre accresce l’attrattività delle due aree, sia per grandi investimenti, per esempio di natura commerciale, attratti anche dagli effetti virtuosi visti sopra; sia per flagship project (es grandi eventi sportivi o culturali, o investimenti infrastrutturali); sia per il turismo, essendo le stesse twin cities integrate fattore di attrattività turistica, o aumentando la capacità di intercettare e trattenere meglio il movimento turistico in transito, e il turismo “mordi e fuggi”, rimarca Musolino.

 

 

 

 

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