Ponte sullo Stretto, Incalza: “i no ponte sono innamorati del dissenso che diventa consenso”

Tra le argomentazioni dei no ponte vi sono le infrastrutture ancora incomplete tra Calabria e Sicilia, ma come spiega Incalza "nulla passata legislatura non si è fatto praticamente nulla per queste opere"

StrettoWeb

L’ingegner Ercole Incalza, già capo della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è stato ascoltato oggi nel corso dell’audizione presso le commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera sul Ponte sullo Stretto. “Io per una questione di età sono una delle persone veramente informata dei fatti e penso che sia utile avere il coraggio di conoscere in modo quanto più oggettivo e trasparenti” tutta la genesi del progetto del ponte.

Nel ’94, la prima edizione del Ponte, ci fu un’indagine dettagliatissima basata su quattro soluzioni. Una soluzione era quella con una campata unica, una con tre campate, una galleggiante e una interrata”, ha precisato Incalza.

Perché il ponte a campata unica

“All’epoca ero responsabile delle ferrovie per la Tav e con il comitato scientifico seguimmo i vari incontri, tra cui anche quelli da parte di vari organismi i quali ritennero non opportuna la realizzazione del ponte a tre campate, del sistema interrato e del sistema galleggiante. Tengo a precisare che non accettarono le tre campate anche perché a livello di sicurezza diventava un problema“. Il ponte è infatti un tipico obiettivo militare e diventerebbe un problema la liberazione del canale in caso di bombardamento. “Quindi si dava per scontata unica soluzione con campata unica“, precisa il tecnico.

Le infrastrutture connesse

Il presidente Prodi disse che fin quando in Calabria e Sicilia non ci sarebbero state opere fondamentali non avrebbe avuto senso il ponte“. Si tratta del completamento della Palermo-Messina, della realizzazione dell’autostrada Catania-Siracusa, dell’alta velocità del sistema Palermo-Messina-Catania, della 106 Jonica in Calabria e del completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. “La legge obiettivo fu fatta nel 2001, nel 2002 si fece la legge 166 per garantire le coperture – sottolinea Incalza –. Tanto le garantì, che anche per la Palermo-Messina-Catania nel 2011 venne nominato un commissario! Nella passata legislatura non si è fatto praticamente nulla per queste opere, e spiace dirlo perché erano coperte dal fondo per lo sviluppo della coesione 2014-2020 che alla fine di quest’anno perderemo per ben 30 miliardi“.

Dire di no, o criticare o illudersi di non fare il ponte, è qualcosa che di tecnico non ha nulla. E’ solo innamoramento del dissenso che diventa schieramento politico. E’ un voler denunciare (presunti) errori solo per identificarsi o trovare un aggregante politico“, conclude l’ingegner Ercole Incalza.

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