Ucraina, 31 minori deportati in Russia riabbracciano le loro famiglie

A due bambini non è stato permesso di tornare in Ucraina perché la nonna che stava andando a prenderli è morta durante il viaggio

StrettoWeb

Mesi fa era stati deportati in Russia. Ora, dopo essere tornati nel loro paese, i 31 minori ucraini, come riferisce Save Ukraine, hanno riabbracciato le loro famiglie. Una squadra della Cnn a Kiev sabato ha visto l’ultimo dei bambini scendere da un autobus per abbracciare i familiari in attesa. “Siamo andati al campo estivo per due settimane, ma siamo rimasti bloccati lì per sei mesi“, ha detto Bogdan, 13 anni, mentre abbracciava sua madre. “Ho pianto quando ho visto mia madre dall’autobus. Sono molto felice di essere tornato“. La madre di Bogdan, Iryna, 51 anni, ha detto di aver ricevuto pochissime informazioni su suo figlio nei sei mesi in cui sono stati separati. “Non c’era connessione telefonica. Ero molto preoccupata. Non sapevo nulla, se fosse stato abusato, cosa gli stesse succedendo. … Le mie mani stanno ancora tremando“, ha detto.

L’incontro, che si è svolto a Kiev, è stato coordinato dall’organizzazione umanitaria Save Ukraine. “È grazie al nostro lavoro congiunto e coordinato che proviamo queste incredibili emozioni. Quando vedi lacrime di gioia sui volti dei giovani ucraini, ti rendi conto che non è tutto vano“. Lo ha riferito il fondatore di Save Ukraine Mykola Kuleba nel corso di una conferenza stampa sabato scorso.

Nella stessa conferenza stampa, Kuleba ha riferito di una tragedia durante l’ultima missione di salvataggio: una delle donne che viaggiavano con il gruppo – una nonna – è morta durante il viaggio. La donna avrebbe dovuto prendere due bambini ma a causa della sua morte ai due non è stato permesso di tornare in Ucraina.

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