Capelli e muffa nei piatti dei bambini reggini, tra mense scolastiche mal gestite e bandi ‘solitari’

Capelli e macchie nere nei piatti: cosa e come hanno mangiato i bambini di Reggio Calabria nell'ultimo anno scolastico?

StrettoWeb

Sulle mense scolastiche i genitori sono sempre critici, ad ogni latitudine. Spesso, anche laddove il servizio funziona relativamente bene, c’è sempre chi, per i suoi pargoletti, vorrebbe un servizio con pietanze e impiattamento alla Cannavacciuolo. E dunque, quando si creano allarmismi tra genitori in merito alle mense è sempre necessario essere cauti e non dare tutto per oro colato. Quanto è emerso ora a Reggio Calabria, però, è qualcosa di diverso. Perché non solo, se le segnalazioni fatte rispondono a verità, siamo di fronte ad un immane disservizio, ma anche ad un pericolo vero e proprio per la salute dei bambini. E ad una cattiva gestione da parte dell’amministrazione comunale.

Ieri sera il consigliere Massimo Ripepi ha voluto personalmente informare i cittadini su quanto sta accadendo, con un diretta Facebook. Nei giorni scorsi era stata convocata la Commissione Controllo e Garanzia presieduta dallo stesso Ripepi. Nel corso della seduta è stata ascoltata la dirigente Gerolama Daniela Roschetti. Al centro della discussione, le numerose segnalazioni da parte di genitori per cibo di scarsa qualità nelle scuole reggine. Nei piatti sono stati trovati capelli e macchie nere (verosimilmente muffa). Il tutto provato con documentazione fotografica e “confermato dalla dirigente Roschetti in commissione“, spiega Ripepi.

Appalto mense scolastiche

Dato l’appalto del 2017, l’affidamento è stato dapprima temporaneo e poi definitivo – spiega Ripepi -. Da circa un anno, però, ci sono segnalazioni” di disservizi e alimenti di bassa qualità. “La dottoressa Roschetti – precisa ancora il consigliere – ci ha detto di aver ricevuto le segnalazioni e di aver convocato la commissione mensa (composta dai rappresentati dei vari istituti scolastici reggini, ndr)”. La commissione in questione, però, “ha solo potere consuntivo e le decisioni le prende l’amministrazione“, puntualizza Ripepi.

Ed è qui che la vicenda assume caratteri grotteschi, perché ci troviamo di fronte a segnalazioni che proseguono da mesi. Forse da inizio anno scolastico. Normalmente, in questi casi, appurata la bontà delle segnalazioni, si interrompe il servizio e si affida l’incarico delle mense scolastiche alla seconda classificata dopo l’emissione del bando. Ma a Reggio Calabria ciò che è normale diventa straordinario. O impossibile.

“L’armata Brancaleone”

La dirigente ci ha spiegato che non c’era un’altra ditta a cui dare l’appalto perché al bando mense aveva partecipato una sola società”, spiega Ripepi. Risultato? Il servizio non è stato bloccato. E i bambini hanno continuato a mangiare capelli e muffa. Il fatto che non si sia bloccato il servizio è un’affermazione “pesante perché non si è salvaguardata la salute dei bambini. Il servizio andava sospeso e si doveva trovare una soluzione – chiosa Ripepi -. Questa amministrazione è un’armata Brancaleone. Non riescono a risolvere i problemi. Avete visto cosa è accaduto con il maxischermo?“.

Il riferimento è alla partita di ieri sera Sudtirol-Reggina, per la quale era stato annunciato il maxischermo all’Arena dello Stretto. Il tutto era poi saltato. Il giorno successivo si era diffusa la notizia che il maxischermo ci sarebbe stato, ma allo Stadio Granillo. Infine, era saltato anche il Granillo e addio maxischermo. Questo perché l’amministrazione aveva annunciato l’iniziativa senza ancora avere le necessarie autorizzazioni. E in tutto ciò, non fosse stato per StrettoWeb che ha anticipato il cambio di notizie che si susseguivano una dopo l’altra, si sarebbe saputo troppo tardi. Ovvero quando già molti tifosi, magari provenienti dalla provincia, erano già partiti per venire a Reggio a godere del match sul maxischermo fantasma.

Tra cibo avariato e sanzioni, siamo a maggio e la mensa sta per finire

Tornando alle mense scolastiche, c’è da dire che essendo a fine maggio il problema in questo momento diventa relativo, forse. Per un interno anno scolastico i bambini reggini hanno mangiato cibo potenzialmente dannoso per la salute. E alla ditta che se ne occupa sono solo state elevate delle sanzioni disciplinari, con relative multe.

Cosa accadrà il prossimo anno scolastico? Come si risolverà la questione, soprattutto se permane il problema della carenza di ditte che concorrono al bando? Staremo a vedere.

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