Ciclismo, la Gran Bretagna dice “no” alle atlete transgender nelle gare femminili “per questioni di correttezza”

La British Cycling, l'ente sportivo che regolamenta le gare ciclistiche britanniche, sospende la partecipazione della atlete transgender nelle gare femminili. Secondo il nuovo regolamento: "possono partecipare solo persone cisgender, coloro con caratteristiche femminile sin dalla nascita"

StrettoWeb

La British Cycling, Federazione Sportiva per gli sport ciclistici in Gran Bretagna, ha emesso oggi il verdetto finale: le atlete transgender, fino a questo momento incluse nelle competizioni agonistiche femminili, saranno sospese dalle gare agonistiche e potranno partecipare solo alla “open category”, ovvero nella categoria aperta insieme agli uomini al solo scopo ricreativo. La decisione arriva dopo il caso di Emily Bridges, la ciclista transgender che lo scorso anno era stata sospesa dalla sua prima competizione femminile d’élite, nonostante rispettasse tutte le norme previste dalla gara. La Bridges aveva condannato l’esclusione con un duro sfogo via social definendolo “un atto violento da parte di un’organizzazione il cui sistema fallimentare era quello di controllare e manipolare la conversione transgender degli atleti”. Dopo aver fatto ammenda, la Federazione aveva quindi permesso alla ciclista di partecipare alle competizioni solo dopo un approfondito esame del testosterone, i cui livelli sarebbero dovuti rientrare entro rigidissime regole, ovvero azzerarsi.

Oggi invece, la British Cycling fa dietrofront: un’ulteriore restrizione è stata inclusa, nella quale risulta impossibile rientrare per gli sportivi che hanno effettuato un cambio di genere. La decisione infatti, basata sul nuovo e blando concetto di “correttezza” nei confronti dei competitor, prevede che alle gare ufficiali possano partecipare solo coloro “il cui sesso biologico, quindi assegnato alla nascita, sia femminile”. La British Cycling ha infatti spiegato in una nota che: “nonostante ci sia un azzeramento dei livelli di testosterone, ricerche scientifiche hanno dimostrato che il cambio di genere dopo la pubertà va ad influire sulla performance, avvantaggiando l’atleta in questione”.

Continua poi: “sappiamo bene l’impatto che questa decisione possa avere sulle persone transgender e non-binary, ma l’obiettivo della federazione, da sempre a favore dell’inclusione, diversità e uguaglianza, resta sempre l’equo e il corretto svolgimento delle gare agonistiche“, a prescindere da chi partecipa. Il nuovo regolamento, secondo quanto riportato dalla BBC, entrerà in vigore entro la fine dell’anno. Tutti coloro che non rientrano in tali standard (o restrizioni, dipende dai punti di vista) potranno competere in gare a livello amatoriale aperte a tutti.

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