Gaetano Caridi, dalla soddisfazione Genoa al cuore Reggina: “c’è un rammarico, ma ai playoff…”

L'intervista di StrettoWeb all'ex trequartista reggino Gaetano Caridi, fresco di promozione in Serie A con il Genoa come vice allenatore di Alberto Gilardino

StrettoWeb

Gigi Canotto, venerdì scorso, ha esaudito un suo grande sogno: da calabrese, e cresciuto al Sant’Agata, ha segnato con la Reggina, sotto la Sud, un gol importantissimo. In amaranto c’era stato solo da ragazzino, mai in prima squadra. Questa estate ha avuto la possibilità e contro l’Ascoli ha segnato il gol “più importante della mia carriera”. Ma la storia della Reggina insegna che di talenti ne sono passati tantissimi, negli anni: alcuni hanno esordito subito, altri hanno seguito il percorso “di ritorno” come Canotto e altri ancora invece hanno solo sfiorato quel sogno. Uno di questi è Gaetano Caridi, numero 10 reggino e bandiera del Mantova.

“Il Mago”, così soprannominato quando era calciatore, ora è il vice di Alberto Gilardino e qualche settimana fa ha conseguito la promozione in Serie A col Genoa. Reggino, nato a Reggio, il rammarico per non aver vestito l’amaranto in prima squadra è forte e lui non lo nasconde: “il rammarico c’è sempre, anche perché è la squadra della mia città. Ogni anno vengo giù, sarà così anche tra qualche settimana, i miei genitori sono là. Ho fatto 10 anni di settore giovanile alla Reggina, poi nel calcio ci sono delle situazioni, le cose non vanno sempre in un certo modo. Sarebbe stato un piacere e un onore, però non è successo”. Lo confessa Gaetano Caridi in un’intervista a StrettoWeb.

La promozione col Genoa

Prima di tornare a parlare di Reggina, però, torniamo al presente, al Genoa e alla promozione conquistata con Gilardino: “sono state emozioni forti, a Genova c’è attaccamento”, confessa. “Vedere l’entusiasmo, anche per strada, con bambini di 7-8 mesi, è bellissimo E poi è stata una bella cavalcata da quando siamo arrivati a dicembre. E’ una gioia che rimarrà dentro, a me personalmente di sicuro”.

Quali meriti ha avuto il nuovo staff nel rimettere in sesto una squadra in difficoltà: “io – continua Caridi – non essendo dentro prima non so quali erano le situazioni, ma siamo entrati il 6 di dicembre, contro l’Ascoli, e da là abbiamo fatto una serie di risultati importanti. La squadra è forte, è un bel gruppo, però vincere è sempre difficile, soprattutto in piazze importanti, dove c’è pressione. I ragazzi sono stati bravi, hanno fatto una grande rimonta e si è creato quel feeling tra squadra e città utile a far bene”.

E non è finita. Perché il Genoa e Gilardino vogliono continuare insieme. Quella Serie A che Gaetano ha solo sfiorato da calciatore, potrebbe trovarla finalmente in panchina: “il mister si dovrebbe incontrare in questi giorni per discutere del tutto e sinceramente la speranza è quella di continuare”, ammette Caridi, che ha conosciuto Gilardino qualche anno fa. Lui terminava la carriera da calciatore in Serie D al Rezzato (Brescia), Gilardino la cominciava da allenatore.

Il campionato della Reggina e la previsione playoff

Ma torniamo alla Reggina, partendo sempre dalla fine. Che idea si è fatto, della squadra amaranto quest’anno, Tano Caridi? “Considerando che c’è una società nuova, e una squadra costruita in fretta, ha fatto un gran percorso. Partire in ritardo non è mai facile, ma l’organico è stato costruito bene e c’è un allenatore importante. Dopo il secondo posto di dicembre hanno avuto un attimino di difficoltà ma l’obiettivo poi l’hanno raggiunto, era giusto e meritato”.

E ai playoff che chance ha? “Fare pronostici per i playoff è sempre difficile, ma sapendo di giocare e dovendo vincere devi far solo quello, devi far gol. Il Sudtirol è una squadra tosta, difficile da affrontare, si chiude bene, ha giocatori interessanti quando ripartono, ma la Reggina può creare le condizioni per far bene. Come l’avrei preparata io? In base alle caratteristiche dei giocatori. L’importante è avere equilibrio. Le occasioni le creerà e deve essere brava a sfruttarle. Non ci saranno tante chance, ma per il modo che ha di giocare il Sudtirol”. Sulle possibili favorite: “il Bari, per il posizionamento in classifica, ha un buon vantaggio, ma a me ha impressionato il Cagliari, vedendola nelle ultime settimane. Ha trovato la sua dimensione”.

Gaetano Caridi, la Reggina e quelle voci su un ritorno

Di certo, e su questo non c’erano dubbi, Caridi agli spareggi tiferà per la sua Reggina. Quella Reggina che, ribadiamo, non ha più ritrovato in prima squadra dopo gli anni nelle giovanili. Eppure, negli anni del ritorno in B degli amaranto, e quando il numero 10 volava col suo Mantova, qualche voce legata a possibili riavvicinamenti c’era stata. Ma i chiarimenti li lasciamo a lui: di concreto e reale non c’è mai stato nulla, soltanto voci, ammette.

Di contatti reali, abboccamenti, in quegli anni ce n’erano, anche se non della Reggina. Ma Gaetano Caridi a Mantova era un idolo e voleva conquistare la Serie A con quei colori: “qualche abboccamento c’era stato, ma mi ero legato a Mantova, la mia famiglia era là, la società era seria. Avevo due o tre richieste, ma credevo di farcela con loro. La Serie A l’avevo sfiorata e toccata. E’, vero, non l’ho centrata, ma tutto il bene che ho avuto mi ha ricambiato di tante cose“. E infatti Mantova è la sua seconda casa: “io vivo a Mantova, mia moglie è di Mantova”.

Il rapporto con Reggio Calabria

Reggio, come detto, mai dimenticata. E sempre apprezzata. “Credo che alla fine – confessa con sincerità l’ex calciatorequello che denigra è proprio il reggino che vive a Reggio. Perché va fuori, quando ci ritorna lo fa molto volentieri. Ci sono dei problemi, è vero, ma quando ci sei ci vivi bene. Quando scendo 20 giorni lo noto, lo percepisco”.

Il futuro

E chiudiamo col futuro. Sarà da primo allenatore o per ora va bene il ruolo di vice? Non mi è mai piaciuto il ruolo di primo allenatore – confessa – almeno ad oggi. Non ho quella predisposizione o ambizione, al momento ho un rapporto col mister bello, di fiducia e stima”. E allora non resta che augurargli in bocca al lupo, qualunque sia il suo ruolo. E chissà che un giorno non possa finalmente incontrare l’amaranto…

Condividi