Dopo quello di Caulonia, anche il comune di Riace ha sottoscritto un importante protocollo di intesa con l’Organizzazione Aggregata WWF Vibo Valentia- Vallata dello Stilaro finalizzato alla tutela dei nidi di tartaruga marina che ogni anno vengono rinvenuti sulla costa ionica calabrese, attraverso la mitigazione dei numerosi fattori di disturbo.
Delle tre tartarughe marine che frequentano il Mediteranno, l’unica che nidifica sulle coste italiane è la Tartaruga comune Caretta caretta, con la Calabria che, insieme alla Sicilia, detiene il record dei nidi rinvenuti, per come accertato sin dal 2000 dalle ricerche condotte dal Dipartimento di Ecologia dell’UniCal.
Purtroppo però la riproduzione di questa specie considerata in pericolo e tutelata dalle norme nazionali e internazionali, è costantemente esposta a numerosi fattori di rischio in grado, se non contrastati adeguatamente, di arrecare danni irreparabili ai nidi che vengono deposti sulle nostre spiagge. A cominciare dall’uso sconsiderato di quad e fuoristrada o dei mezzi meccanici utilizzati per la “pulizia” dei lidi che, oltre a sconvolgere e danneggiare pesantemente gli ecosistemi dunali, rendendoli simili a un tavolo da biliardo, possono schiacciare le uova o cancellare le tracce dell’avvenuta deposizione e quindi impedire di fatto il monitoraggio della nidificazione da parte dei volontari e degli specialisti. Anche quest’anno infatti, a cominciare dai prossimi giorni e per tutta l’estate (come avviene ormai dal 2019), si svolgerà il Progetto TartaMAR, nato dalla collaborazione tra il WWF e il DIBEST dell’Università della Calabria.
Progetto autorizzato dall’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA), che vedrà coinvolti attivisti del WWF per la ricerca delle caratteristiche tracce lasciate dalle tartarughe che vengono a deporre, e biologi autorizzati per l’espletamento delle operazioni più delicate che riguardano il controllo delle schiuse e la raccolta dei dati sulle singole deposizioni; il tutto sotto la supervisione scientifica del Prof. Toni Mingozzi (UniCal).
Vista inoltre la generale antropizzazione delle coste calabresi, l’inquinamento luminoso ad essa collegato costituisce un altro pericoloso fattore di rischio in quanto le luci artificiali possono indurre i neonati a dirigersi verso la terraferma anziché, come avviene in condizioni naturali, verso il mare, con conseguente morte dei piccoli se non individuati in tempo.
Da qui l’importanza del protocollo sottoscritto dal Sindaco di Caulonia, Francesco Cagliuso e da quello di Riace Antonio Trifoli e dal responsabile del WWF Vibo Valentia- Vallata dello Stilaro, Guglielmo Galasso, che prevede, tra gli altri “il divieto dell’uso di mezzi pesanti sulle spiagge, così come quello di fuoristrada, un contenimento dell’inquinamento luminoso e acustico, iniziative di sensibilizzazione sul più generale rispetto del territorio costiero da ogni forma di aggressione”.
Da Parte sua il WWF si impegna “a supportare i comuni sottoscrittori in tutte le attività di educazione ambientale al rispetto degli ecosistemi costieri, a promuovere incontri con tutti i soggetti interessati a vario titolo alla fruizione delle spiagge, a garantire il monitoraggio dei nidi e, ove necessario, la loro messa in sicurezza, dal momento della deposizione fino alla schiusa”. Nel ringraziare i due Sindaci di Caulonia e di Riace per la sensibilità dimostrata, il WWF auspica “che il loro esempio venga ben presto seguito da molti altri amministratori di comuni costieri che hanno la fortuna di ospitare ogni anno nidi di Caretta caretta, per assicurare un futuro a uno degli eventi più straordinari e affascinanti della Natura”.