Ponte sullo Stretto, un’occasione unica per il rilancio di Messina

La città dello Stretto, grazie al Ponte, potrebbe metter fine al suo lento declino

StrettoWeb

Il Ponte sullo Stretto è anche detto “Ponte di Messina” e non a torto. La città peloritana ed il suo territorio saranno al centro della rivoluzione che il Ponte rappresenterà nel campo dei trasporti ad un livello che non abbiamo timore a definire internazionale. Una rivoluzione in grado di sottrarre Messina ad un lento declino che, negli ultimi anni, ha visto ridurre la sua popolazione del 4,8% nel quinquennio 2015-2020, aggiudicandosi lo sgradito primato europeo delle città che si spopolano più rapidamente. Un declino che, invero, Messina condivide con tutto il Meridione d’Italia ma che, per qualche motivo, sulle sponde dello Stretto viene particolarmente esaltato.

La condizione di passaggio di flussi di traffico dalla Sicilia al continente e viceversa, da decenni non è più fonte di benefici per la città, ma soltanto danni. Messina appare oggi come una città attanagliata dal traffico che la paralizza e la soffoca: i dati sull’inquinamento in città sono tra i più alti d’Italia, anche perché le navi traghetto finiscono con l’immettere le proprie emissioni inquinanti in pieno centro cittadino. Ed attraccando sulla splendida rada San Francesco, privano la città del suo waterfront, senza offrire un servizio moderno ed efficiente ai tanti pendolari messinesi che fanno la spola con il continente.

E’ evidente che con la realizzazione del Ponte la città, non più gravata dall’attraversamento d Tir e mezzi pesanti, potrà finalmente respirare e godere del suo fronte mare che potrà essere recuperato e restituito ai cittadini. D’altronde, il recupero del waterfront è già previsto nelle stesse “opere compensative” che accompagneranno la realizzazione del Ponte e, già di suo, rappresenta un’occasione enorme di modernizzazione ed incremento della vivibilità. Ma il Ponte rappresenta una rivoluzione soprattutto nel campo dei trasporti, per i passeggeri come per le merci, per la gomma come per il ferro.

E’ facile comprendere cosa possa significare per il trasporto su strada la fine della schiavitù dei traghetti, consentendo in pochi minuti il raggiungimento della costa calabra laddove, oggi, si perde almeno un’ora. Ma le conseguenze più importanti, in tal senso, si avranno per il trasporto su ferro. Riuscire a prendere a Messina un Frecciarossa o un “Italo” diretto a Roma o Milano sarà ben diverso che prenderli a Villa San Giovanni, dopo un avventuroso e scomodo trasferimento in aliscafo, se non in traghetto, bagagli al seguito. Il vantaggio per i messinesi sarà enorme: si troverebbero a 4 ore, o anche meno (i tempi dipendono anche dalla realizzazione dell’alta Velocità Salerno-Reggio Calabria) da Roma.

Messina diverrebbe, quindi, la città siciliana più vicina alla Capitale non soltanto in termini geografici, ma anche per ciò che concerne i tempi, considerando nel confronto anche gli spostamenti in aereo ed i tempi reali di viaggio, da centro a centro c ittà: li abbiamo stimati in oltre 4 ore e mezza, da Catania come da Palermo, considerando gli spostamenti da e per l’aeroporto e le perdite di tempo in code ai controlli o agli imbarchi.

Peraltro, all’occorrenza, i messinesi sarebbero in condizione di raggiungere facilmente gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria in treno, grazie ai collegamenti ferrovia-aeroporto in prossimità delle rispettive aerostazioni.

Inoltre, la presenza del collegamento ferroviario attraverso il Ponte renderà possibile l’apertura di una “metropolitana dello Stretto” che dal centro di Messina perverrà al centro di Reggio Calabria con 8 stazioni intermedie. Quelle in area messinese serviranno tutta la zona nord della città fino a Ganzirri, e saranno denominate Europa, Annunziata e Papardo.

Non si tratta di un dettaglio. La presenza di questo collegamento rapido tra le città si sommerebbe, con cancellandoli, ai tradizionali collegamenti in aliscafo che, dovendosi confrontare con un vettore concorrente, sarebbero accessibili a prezzi inferiori. Ciò consentirà di incrementare le sinergie tra le due città, ponendole in grado di implementate le potenzialità di “area metropolitana” che, finora sono rimaste inespresse. Si consideri che i due comuni capoluogo, complessivamente, contano quasi 400.000 abitanti, mentre le due città metropolitane arrivano a 1.175.000 abitanti: sarebbe la più grande area metropolitana italiana a sud di Napoli.

Per quanto concerne il trasporto delle merci, abbiamo già detto che quelle su strada smetteranno di attraversare in lungo ed in largo la città, ma saranno in condizione, attraverso la tangenziale ed i collegamenti verso il Ponte, di raggiungere rapidamente il continente ed i mercati del nord. Ma la vera rivoluzione, anche in questo caso, si avrà per i trasporti su ferro.

Oggi, in Sicilia, i treni merci sono praticamente scomparsi. I pochi treni da e per il continente, che ogni settimana si attestano al terminal merci di Catania Bicocca, trasportano poche decine di carri, per percentuali sul totale dei flussi merci risibili. D’altronde, il traghettamento a cura di RFI ha costi elevatissimi, perché i treni devono essere smontati, caricati sulle navi e rimontati sulla sponda opposta: costi che vengono ribaltati sul cliente, che opta largamente per il trasporto su gomma, molto più conveniente.

Con il Ponte sarà possibile far viaggiare fino a 250 treni al giorno tra una sponda e l’altra, molti dei quali saranno treni merci lunghi fino a 600 metri: ciò consentirà la riattivazione, nell’intera Sicilia, del trasporto merci su ferro, facendo di Messina uno snodo fondamentale. La città riassumerebbe quello che fu, un tempo, il suo tradizionale ruolo di smistamento delle merci su ferro. Tutti ricordano ancora, in città,  quando arrivavano su centinaia di carri gli agrumi provenienti da Palermo e da Catania, diretti in continente.

Qualcosa di simile, ma con numeri ben più alti, potrà avvenire dopo l’apertura al traffico del Ponte. Le due linee costiere condurranno a Messina treni che, anziché merci sfuse, trasporteranno containers, magari sbarcati in porti come Augusta e Termini Imerese. Porti siciliani che, grazie al Ponte, potranno finalmente consentire alle navi lo scarico delle merci ed il successivo trasporto via terra. Lo smistamento di questi treni non può che avvenire a Messina, nel grande scalo che già si prevede in località Gazzi. Con ricadute eccezionali sull’economia cittadina.

Questa breve riflessione sulle opportunità che si presenteranno, a medio termine, per la città, fanno comprendere che il Ponte, rappresenta un’occasione unica per il rilancio del territorio. Spetta ai politici, adesso, avere la lungimiranza giusta per coglierla, restituendo alla città il ruolo che le compete su scala nazionale ed europea.

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