Reggina, i dettagli del piano: i debiti accumulati, lo stralcio e le garanzie di Saladini

Reggina, la Gazzetta dello Sport ha svelato i dettagli del piano di ristrutturazione del debito presentato dal club e in attesa di omologa del Tribunale

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La Gazzetta dello Sport, in un articolo a firma del giornalista reggino Marco Iaria, che si occupa spesso di economia sportiva, ha illustrato nel dettaglio il piano di ristrutturazione del debito presentato dalla Reggina qualche settimana fa e in attesa di omologa del Tribunale. Si parte dalla mole debitoria: “Nelle ultime tre stagioni il club calabrese ha accumulato ben 30 milioni di perdite (9,4 milioni nel 2019-20; 11,4 milioni nel 2020-21; 9,3 milioni nel 2021-22)”, si legge sulla rosea.

“Dei 22,1 milioni di debiti rilevanti al 31 dicembre 2022 – scrive ancora il giornalista – 15,5 erano appunto relativi alle pendenze fiscali e contributive, 2,3 a debiti verso i dipendenti, 3,1 a debiti verso i fornitori, 0,7 al fondo per l’incentivo all’esodo e 0,5 a debiti vari. Il piano di ristrutturazione prevede un accollo del 5% dei 15,5 milioni dovuti a Fisco, enti previdenziali e Inail: quindi meno di 800mila euro. Complessivamente la Reggina pagherebbe 7,1 milioni di debiti pregressi, in tal modo ristrutturati rispetto agli iniziali 22,1. Lo stralcio del 95% di quei 15,5 milioni, in particolare, avrebbe un effetto benefico importante a conto economico, con l’emersione di una sopravvenienza attiva di 14,7 milioni che consentirebbe alla Reggina di chiudere il bilancio al 30 giugno 2023 in utile per 4,9 milioni“.

Le garanzie sui ricavi

A tutto ciò si contrappongono però i ricavi previsti nei primi due anni di gestione: “Sia in questa stagione sia nella prossima, i proventi da sponsorizzazioni sono dati in netto aumento: dagli 1,6 milioni del 2021-22 a quota 6 milioni. Per il 2023-24 viene messa in preventivo la cessione di un giocatore che “ha ottenuto diverse richieste di squadre di Serie B e Serie A” (Rivas, ndr), con un prezzo ipotizzato di 2 milioni. L’impegno maggiore è rivolto alla riduzione degli stipendi, con un risparmio quantificato in 4,8 milioni”.

I mugugni dalle altre società di Serie B non mancano, ma bisogna sempre ricordare il fatto che la Reggina abbia usufruito di una Legge dello Stato, agendo quindi in regola e senza illeciti. Martedì, in tal senso, è anche prevista l’Assemblea di Lega. “Tuttavia Matteo del Sette, il professionista indipendente che ha redatto la relazione accompagnatoria – si legge ancora su Gazzetta – sottolinea come il piano sia “funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori tributari e contributivi rispetto a una ipotesi di liquidazione giudiziale”. Questo perché, in caso di fallimento del club, l’attivo a disposizione potrebbe soddisfare solo limitate categorie di creditori privilegiati. Partendo dai 22,1 milioni di debiti al 31 dicembre, con la liquidazione giudiziale la Reggina pagherebbe 4,4 milioni contro i 7,1 previsti dall’accordo di ristrutturazione”.

E c’è il fattore forse più importante, come evidenzia Iaria, dal punto di vista “politico”: “Il nuovo patron Saladini si è impegnato a versare, sotto forma di equity, 7 milioni nell’arco di due stagioni (2,5 milioni entro giugno, 4,5 milioni nel 2023-24). Risorse che assicurerebbero la continuità aziendale della Reggina. Risorse che, giocoforza, l’imprenditore non investirebbe se non venisse approvato un piano di abbattimento del debito pregresso, semplicemente perché salterebbero tutte le previsioni di sostenibilità del progetto calcistico”.

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