Reggina, niente Coni: pro e contro della decisione, ma non esiste una scelta sbagliata

Reggina, i pro e i contro della decisione di non fare ricorso al Coni: perché, comunque fosse andata, non sarebbe stata una scelta sbagliata

StrettoWeb

La Reggina non farà ricorso al Coni. E’ questa la notizia odierna dopo la sentenza in secondo grado di ieri, che ha restituito al club 2 dei 7 punti di penalizzazione. Un annuncio un po’ inaspettato, che ha senza dubbio sorpreso, soprattutto perché filtrava l’idea di un’attesa delle motivazioni per capire come eventualmente agire. Invece, la mossa anticipata e definitiva: si resta così, col -5, dentro i playoff e senza “muri” contro Federazione e Lega per quanto concerne le date degli spareggi, che cominceranno così regolarmente il 26 maggio.

Subito dopo la notizia del mancato ricorso al Coni, com’è ormai d’abitudine nella nostra città, ecco le fazioni della tifoseria divise tra chi si dice contento della scelta e chi invece “tradito”. Va ammesso, a nostro avviso, che già da prima in questa vicenda non esistesse una scelta sbagliata, probabilmente. Ognuna è costellata da pro e contro discutibili, analizzabili e opinabili.

La Reggina ha comunque vinto: i motivi di una scelta pensando al lungo periodo

Nel caso di specie, la Reggina ha preferito formulare la decisione con una visione nel lungo periodo, evitando tensioni con la Federazione in futuro. Chiaro il riferimento del Presidente Cardona: “rispettiamo e stimiamo la Federazione e i propri vertici, facciamo parte di un sistema”. Il ricorso al Coni, e il rischio rinvio playoff che si scontrava con le intenzioni di Lega e Figc, avrebbe portato a un muro contro muro che non avrebbe fatto bene a nessuno, a maggior ragione alla Reggina, nonostante questa avesse le carte per ribaltare tutto e giocarsi la restituzione totale dei punti.

Ma esistono dei rapporti e, piaccia o non piaccia, si fa di tutto affinché rimangano equilibrati. La scelta contraria, quella del ricorso, sarebbe stata da integrare in una visione più a breve termine, portando avanti una tesi ribadita spesso pubblicamente alla piazza e anche a squadra e mister, informati della scelta poco prima di comunicarla alla città. Avrebbe significato battagliare quest’anno per qualche punto in più e magari per una situazione di classifica migliore, mantenendosi coerenti agli annunci – anche agli occhi della squadra – ma rischiando di incrinare i rapporti con la Federazione.

Va precisato, come fatto intendere dal Presidente, che la Reggina ha comunque vinto la propria battaglia, come dimostra il malcontento di altri Presidenti (dalle dichiarazioni e “soffiate” di Brescia alle storie fuori luogo di Ascoli) o le pressioni ai grandi media nazionali prima dell’udienza di ieri. Ricordiamo che c’era chi profetizzava sciagure, da esclusioni a -15 e -12, e per questo oggi chi rimane con l’amaro in bocca non è di certo la Reggina ma chi, soprattutto da fuori, “spingeva” alla catastrofe.

I contro “strategici” della decisione

Pro e contro per ognuna, quindi. E dopo aver evidenziato i pro, legati a rapporti coi vertici non alterati, ci sono appunto anche i contro. Uno su tutti, forse il più importante, è proprio la reazione della piazza a una notizia che – va detto – è stata accolta con sorpresa. Chi ha creduto, e si è fidato, della linea della società, sempre uguale sin da prima che arrivasse il primo deferimento, si è sentito un po’ “tradito”. Nella speranza che questo non possa essersi ripercosso anche su squadra e mister (Inzaghi non per nulla parlava sempre di punti sul campo) sicuri di una restituzione totale perché rassicurati dai vertici.

Su questo però occorre una precisazione, più facile da chiarire col senno di poi. La scelta del silenzio durante il processo, e anche dopo le motivazioni, e la linea mai mutata di volontà di ricorso al Coni, nasce probabilmente dalla strategia di mostrarsi “forti” agli occhi della Figc, che non casualmente ha modificato due articoli delle NOIF proprio grazie alla perseveranza della Reggina. Annunciare un cambio di strategia in corsa avrebbe potuto anche indebolire la posizione del club, spianando la strada a quella autonomia che la Figc ribadisce sempre e a cui questa volta si è dovuta parzialmente “piegare”, anche per le paure trasmesse dal club dello Stretto proprio nella volontà di arrivare fino in fondo.

Senza dimenticare che, dal primo deferimento ad oggi, anche la classifica è nel frattempo mutata. Oggi la Reggina è comunque dentro i playoff e farà di tutto per rimanerci. Cinque punti in più, nella migliore delle ipotesi, non avrebbero spostato di molto la situazione (con la Reggina da ottavo a settimo posto e con il sesto a due punti, con il non semplice match di Bari domani) rispetto a quella che è a tutti gli effetti una salvezza sul campo e una programmazione futura più serena e senza tensioni (per intenderci, con una squadra seconda o diciottesima, 5 punti in più avrebbero potuto fare la differenza e magari le scelte sarebbero state anche diverse).

Sempre con l’attesa omologa, ovviamente. Perché tra ieri e oggi la Reggina ha guadagnato un calcio d’angolo importante, ma il gol da corner nascerà non appena arriverà l’ok del Tribunale, vero e propria linea di demarcazione per un futuro solido e chiaro in casa Reggina.

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