Reggio Calabria, clamoroso ribaltone sull’omicidio di Antonio Morelli: il 28enne ucciso “per caso”

Reggio Calabria, gli investigatori hanno ricostruito tutti i dettagli dell'omicidio di Antonio Morelli: il cognato aveva percosso con violenza la sorella della vittima, poi ha ucciso il giovane perchè l'ha incontrato casualmente. Il suo vero bersaglio era l'altro cognato

StrettoWeb

C’è un clamoroso ribaltone nel caso dell’omicidio di Antonio Morelli, il giovane di 28 anni ucciso giovedì pomeriggio nel rione Marconi di Reggio Calabria. La Polizia ha arrestato un altro complice dell’assassino, Damiano Bevilacqua, 31 anni, cognato della vittima, arrestato domenica scorsa dopo due giorni di fuga a casa di un parente nel quartiere Aranceto di Catanzaro. Il complice si chiama Saverio Bevilacqua, ha 30 anni e sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione della squadra mobile, a guidare la Fiat Punto bianca a bordo della quale l’assassino è fuggito dalla città.

Nei confronti di Damiano Bevilacqua, intanto, il gip di Catanzaro Arianna Roccia ha convalidato il fermo, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ha contestualmente trasmesso gli atti, per competenza territoriale, al Tribunale di Reggio Calabria. Coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Stefano Musolino, le indagini sono condotte dalla Squadra mobile diretta da Alfonso Iadevaia. Anche grazie ad alcune telecamere sul luogo dove è avvenuta la sparatoria, la polizia ha ricostruito la dinamica dell’omicidio maturato nell’ambito di una lite familiare. E la dinamica è molto diversa rispetto a quello che si era ipotizzato in un primo momento.

La mattina di giovedì, infatti, Damiano Bevilacqua aveva percosso la moglie Valentina Morelli, sorella della vittima, provocandole fatture multiple delle ossa nasali e del setto nasale. La ragazza era stata costretta a recarsi al pronto soccorso per le ferite riportate. Stando ai filmati, quel pomeriggio Vito e Gianluca Morelli, gli altri due fratelli della donna, si aggiravano per il Rione Marconi “con il verosimile intento di rintracciare Damiano Bevilacqua e punirlo per le lesioni inferte alla sorella“, scrive l’accusa. In particolare Vito Morelli, che si trovava ai domiciliari, è stato visto mentre impugnava “senza alcun dubbio – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – una pistola nella mano destra“. Poco prima della sparatoria, inoltre, l’altro fratello Gianluca Morelli a bordo di una Lancia Y ha urtato volontariamente la Smart di Damiano Bevilacqua. Ne è nato un inseguimento e “dalla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza – scrive il gip – emerge come alle 17.39 Bevilacqua armato di una pistola, giungeva quale passeggero a bordo di una Fiat Punto bianca, condotta da un secondo soggetto. Sceso dall’auto raggiungeva di corsa l’abitazione di Vito Morelli dove evidentemente incrociava Nino Morelli e dopo aver esploso almeno sei colpi di pistola lo feriva mortalmente“. Questa ricostruzione escluderebbe che la vittima abbia tentato di aggredire il cognato. Al contrario, Antonio Morelli potrebbe essere stato ucciso solo per caso, perché si trovava nei pressi dell’abitazione del fratello Vito, ma era l’unico dei fratelli rimasto completamente estraneo alla vicenda. Dalle testimonianze raccolte dagli investigatori, infatti, il trentunenne “svolgeva attività lavorativa come cameriere presso noti esercizi commerciali e a differenza degli altri fratelli, sarebbe stato estraneo a qualunque contesto criminale“.

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