Reggio Calabria, detenute incontrano i figli in carcere per la Festa della Mamma

Reggio Calabria: mamme detenute e figli insieme per un giorno

evento in carcere a san pietro per la festa della mamma
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Mamme detenute e figli insieme per un giorno, a condividere una giornata di gioia e sensibilità. In occasione della Festa della mamma, il Comitato donne reggine ha voluto organizzare un incontro speciale: mamme detenute e figli insieme per un giorno, a condividere una giornata di gioia e sensibilità. Organizzato d’intesa con l’Amministrazione penitenziaria e con il supporto dell’associazione “Liberamente”, l’evento si è svolto questa mattina all’interno della Casa circondariale “Panzera” di Reggio Calabria.

“Una  giornata in famiglia” si è aperta con un momento di dialogo, riflessione, condivisione dal carattere più istituzionale, durante cui a prendere la parola sono stati: il padrone di casa, Giuseppe Carrà, Direttore degli Istituti penitenziari di Reggio Calabria; Sabina Cannizzaro, del Direttivo del Comitato Donne Reggine, Angela Campolo, del Direttivo dell’Associazione Liberamente, S.E. Fortunato Morrone, Arcivescovo metropolita di Reggio-Bova, Daniela Tortorella, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, Giovanna Russo, Garante dei detenuti per il Comune di Reggio Calabria, Paolo Praticò, Garante dei detenuti per la Città metropolitana di Reggio Calabria, Antonio Marziale, Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Ma le vere protagoniste sono state le detenute, tutte le 35 che hanno partecipato al progetto e che, nell’occasione di oggi, hanno affidato le loro emozioni alla voce di alcune compagne: Barbara, Sandy, Caterina, Roberta e Laura. Sulle note di chitarra magistralmente suonata da un ospite a sorpresa, il Musicantore Fulvio Cama, sono state loro cinque a parlare rappresentando i pensieri ed i sentimenti di un’intera Sezione femminile. Settimane intense hanno preceduto questa giornata. Nel frattempo, infatti, le “ospiti” della Casa Circondariale non hanno solo scritto, hanno anche creato: opere artistiche, poesie, braccialetti, cesti con doni per i loro figli e per le autorità presenti oggi. E hanno fatto emozionare tutti, con l’immensa profondità delle loro emozioni, quelle stampate sul volto, quelle trasmesse da una lacrima o da un sorriso spontaneo, o magari messe nero su bianco su fogli di carta riempiti di parole pesanti come pietre.

È la prima volta – è scritto in una nota – che si celebra questa ricorrenza all’interno delle mura penitenziarie reggine. La proposta del movimento spontaneo femminile si è inserita alla perfezione in una progettualità educativa preesistente nella Casa circondariale, mirata a curare il mantenimento e il recupero degli affetti familiari, trovando quindi l’immediata disponibilità della Direzione”. “Per la prima volta a Reggio Calabria – afferma Sabina Cannizzaro, componente del direttivo del Comitato – le mamme hanno avuto il permesso straordinario per trascorrere una mattinata con i loro figli. È qualcosa che ci emoziona tantissimo. E mi preme anzitutto ringraziare il direttore Carrà per la sensibilità mostrata, tutti gli educatori che ci hanno supportato, gli agenti di Polizia penitenziaria, il Tribunale di sorveglianza, tutte le preziosissime componenti del nostro Comitato e, non di meno, l’associazione Liberamente, con cui condividiamo l’organizzazione di questo entusiasmante progetto. Il nostro intento è dare un significato profondo alla Festa della mamma, offrendo una giornata di gioia e amore alle donne detenute ed ai loro figli“.

L’idea – afferma il direttore dell’Istituto penitenziario Giuseppe Carràè nata da una visione avanguardistica della detenzione che tende sempre più a ospitare gli affetti e, almeno nella sezione femminile, creare un ambiente in cui l’istituto sembri un po’ meno carcere e un po’ più casa. Da un’analisi personalmente condotta, si nota che sempre con maggiore frequenza e intensità le mamme risentono del distacco dei figli e acuiscono la propria sofferenza a causa di una sorta di ‘delega forzata’ per l’educazione e per la cura dei propri figli. Sulla base di questa osservazione, unitamente alla Polizia penitenziaria, all’area trattamentale e alle volontarie delle Associazioni, abbiamo voluto regalare un momento di unione, concedendo un incontro più lungo e vitale tra mamme e figli, ma anche tra figlie detenute e mamme libere“.

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