Marco Franchini ha le idee chiare. E soprattutto le esprime senza peli sulla lingua, dall’alto di una straordinaria conoscenza e competenza nel settore. L’Amministratore Unico della Sacal voluto dal governatore Occhiuto un anno fa proprio con l’obiettivo di rilanciare tutti gli aeroporti calabresi, e quindi non solo Lamezia ma anche Reggio e Crotone, ha un’esperienza autorevolissima e di grande successo nel settore: è stato manager di spicco distinguendosi per capacità operative dapprima all’Aeroporto di Verona, poi in Assoaeroporti, poi all’Aeroporto di Brescia, poi degli Aeroporti della Puglia e infine tra 2019 e 2022 all’Aeroporto di Catania, quando lo scalo etneo è cresciuto di più in assoluto nella storia.
Dal suo arrivo in Calabria si è sempre espresso con chiarezza e sincerità su una visione strategica che oggi conferma ai microfoni di StrettoWeb: “quello di Reggio è il secondo Aeroporto di questa Regione, ed è anche la principale porta d’accesso aeroportuale per i territori che si affacciano sullo Stretto di Messina, con la capacità di attrarre i flussi turistici per le isole Eolie e il bacino di utenza della Città Metropolitana di Messina. Sin dal mio arrivo in Sacal stiamo lavorando su questo, realizzando un programma molto consistente per questo scalo su cui puntiamo molto. Ma l’elemento chiave è un altro”.
Mi dica.
“Dobbiamo partire da quello che c’è, e dobbiamo migliorare la situazione operativa dell’Aeroporto dello Stretto che ha cronicamente tutta una serie di problemi enormi e che nessuno ha mai risolto. Noi, quando siamo arrivati, abbiamo trovato le macerie”.
Cioè?
“In quest’Aeroporto ci sono una serie di elementi ostativi alla normale operatività come ostacoli in testata pista che non sono mai stati rimossi, costruzioni che credo siano abusive proprio a fianco la recinzione, paghiamo persino la ‘brillante’ intuizione di realizzare accanto al sedime aeroportuale il depuratore e un centro di raccolta dei rifiuti, e poi non c’è neanche il raccordo autostradale in uscita per chi proviene da Nord: non è mai stato completato. Come vede, sono questioni che nulla hanno a che fare con la gestione dell’Aeroporto ma invece riguardano la gestione della città e la considerazione e importanza che questa città vuole attribuire all’Aeroporto”.
Eppure dilagano le polemiche alimentate dagli amministratori reggini che accusano la Sacal di non fare gli interessi dell’Aeroporto di Reggio.
“Di fronte a queste dichiarazioni io evidenzio delle contraddizioni, perchè tutto quello che si sviluppa su un Aeroporto non è che si sviluppa perchè c’è l’Aeroporto, ma solo perchè intorno, nella città e nella provincia, ci sono elementi attrattivi per i flussi di traffico e condizioni operative favorevoli che ne consentono un’autonomia gestionale. Questo a Reggio manca completamente: è da quasi dieci anni che il numero dei passeggeri è crollato, quindi le cause del fatto che l’Aeroporto non funzioni bene vanno cercate altrove, non nella società che oggi lo gestisce”.
A Reggio c’è una narrazione secondo cui la Regione, e quindi la Sacal, preferirebbero investire sugli altri Aeroporti anziché su Reggio. Che ne pensa?
“Guardi, prima della Sacal a gestire l’Aeroporto di Reggio c’era la Sogas ed è fallita. Se in quest’Aeroporto prima di Sacal tutto fosse stato rose e fiori, le cose sarebbero andate diversamente. Come si può attribuire ogni responsabilità alla Sacal se già prima la situazione era fallimentare?”
Cosa prova a fronte delle polemiche di queste ore?
“E’ una situazione che mi mette in imbarazzo perchè sembra che tutto venga attribuito all’Aeroporto quando invece è esattamente il contrario. L’Aeroporto va bene se viene considerato, supportato, e se il territorio è attrattivo. Trovo totalmente immotivata la contrapposizione degli enti locali con la Regione. E’ stata la Regione che ha scelto di mantenere aperto quest’Aeroporto, nonostante dati di bilancio drammatici. L’Aeroporto di Reggio perde 2 milioni di euro l’anno, ma è ovvio che la Regione non vuole continuare a perdere 2 milioni di euro l’anno per tutta la vita, quindi ha la necessità vitale di far funzionare questo scalo e ce la stiamo mettendo tutta. Sinceramente dagli amministratori locali leggo considerazioni che mi sembrano apodittiche”.
Per il rilancio dell’Aeroporto di Reggio sono arrivati oltre 25 milioni di euro grazie all’emendamento Cannizzaro: quando inizieranno i lavori?
“Le opere sono già appaltate, ma stiamo approfondendo perchè non è ancora finita la contrapposizione con la società che si è aggiudicata i lavori del terminal. Ci sono tutta una serie di aspetti che verranno risolti a breve anche per realizzare un nuovo volume a Nord che ospiterà la nuova sala di imbarchi e la nuova area di controllo sicurezza. Il progetto prevede anche la riqualificazione e l’ampliamento dei parcheggi, nuovi interventi sulla pista, una vera e propria rivoluzione per l’aerostazione che verrà ampliata con i gate allargati, tutte attività che ovviamente hanno dei tempi per realizzare le gare e per autorizzare i progetti da parte di ENAC. Tutto l’iter viene gestito direttamente da ENAC, che sta dando grande attenzione a questo scalo”.
E invece per quanto riguarda nuove rotte e nuove compagnie?
“Tutti i giorni provo a convincere compagnie a volare su Reggio, anche ieri l’abbiamo fatto con Occhiuto (a Vienna con Ryanair, ndr), ma qualsiasi imprenditore ha bisogno di certezze e nel caso di un Aeroporto per investire non guarda solo lo scalo in sé ma tutto il contorno. Portare l’Aeroporto di Reggio ad un punto di equilibrio richiede inevitabilmente la collaborazione di tutti, in modo particolare degli enti locali che hanno il compito e il dovere di realizzare tante attività di contorno all’Aeroporto che fino ad oggi non sono mai state realizzate. L’Aeroporto è un asset della comunità, sono stupito dalla trascuratezza che abbiamo trovato: io non ho la bacchetta magica, sono qui da poco, serve un anno per rimuovere le macerie e un anno per costruire quindi credo che dal 2024 inizieremo a vedere qualcosa”.
Quali sono i vostri obiettivi per l’Aeroporto dello Stretto?
“Dobbiamo ripristinare un equilibrio e una sostenibilità e per farlo dobbiamo aumentare i collegamenti con Messina, gli aliscafi, le navette. Abbiamo fatto un bando di circa 15 milioni di euro per tre nuove tratte (Bologna, Venezia e Torino ndr) ma è andato deserto, e non certo perchè il bando era fatto male, ma perchè dal punto di vista imprenditoriale le compagnie non trovano vantaggioso e conveniente fare questi investimenti su Reggio. E’ successa la stessa cosa a Crotone e in molti altri aeroporti d’Italia: le compagnie non hanno un margine sufficiente, ma è chiaro che si troverà una soluzione. Noi dobbiamo costruire il futuro di questo scalo con grande attenzione ad ogni particolare. Siamo impegnati in tal senso con uno sforzo che non è banale. Il mio impegno per Reggio è totale, la situazione migliorerà sicuramente. In ogni caso sarebbe bello se ci fosse una collaborazione di tutti, anziché alzare polveroni e alimentare polemiche strumentali”.