Berlusconi, l’ultima intervista a StrettoWeb e il grande sogno del Ponte sullo Stretto che ora lascia in eredità

Nove mesi fa su StrettoWeb l'ultima intervista di Berlusconi: l'impegno sul Ponte sullo Stretto e la voglia di presenziare alla posa della prima pietra. Purtroppo il Cavaliere non ha fatto in tempo, ma lascia in eredità un iter avviato dai suoi governi e la voglia di realizzare un grande sogno per il Paese

StrettoWeb

Esattamente nove mesi fa Silvio Berlusconi, deceduto questa mattina al San Raffaele di Milano, rilasciava a StrettoWeb una delle sue ultime interviste in assoluto. Certamente l’ultima ad una testata locale. Nell’intervista, il Cavaliere ricordava la storia del Ponte sullo Stretto evidenziando come fosse “una delle nostre priorità assolute”. Un’intenzione poi confermata dal nuovo Governo che in questi mesi ha bruciato le tappe approvando in tempi rapidissimi il decreto Ponte con cui ha rilanciato la Società Stretto di Messina SpA al fine di iniziare i lavori della grande opera dello Stretto.

Un progetto in cui Berlusconi ha investito gran parte della sua attività politica, tanto che con i suoi Governi arrivarono i finanziamenti, gli appalti e l’approvazione del progetto definitivo con tanto di realizzazione delle prime opere propedeutiche a Cannitello. Nell’intervista a StrettoWeb, Berlusconi evidenziava come “se la sinistra non avesse azzerato per ben due volte il lavoro dei nostri governi, ora il Ponte sarebbe una realtà, treni e auto attraverserebbero comodamente lo Stretto in pochi minuti. Il no ideologico della sinistra è stato un comportamento davvero incredibile, la dimostrazione di una assoluta mancanza di cultura sulle infrastrutture strategiche. Grandi opere come questa non solo accorciano l’Italia e l’Europa – ricordo che il ponte fa parte di una delle grandi direttrici di traffico europee – ma sono un formidabile volano di benessere per le aree limitrofe: lo dimostra fra i tanti il caso del ponte di Øresund, che collega la Svezia alla Danimarca. Nei primi dieci anni dall’inaugurazione del collegamento, sulla sponda svedese si è avuto un aumento del 17% dell’occupazione e del 21% del PIL, su quella danese un aumento del 4% dell’occupazione e del 12% del PIL. Senza contare l’indotto generato dalla costruzione dell’opera”.

Il cosiddetto “benaltrismo”  – proseguiva ancora Berlusconi nel corso della nostra intervista – è uno dei peggiori difetti della sinistra italiana. E’ il modo per non affrontare i problemi, per i quali non sono in grado di proporre soluzioni. Tanto è vero che nessuno degli altri problemi considerati più urgenti del ponte è stato risolto in questi anni: le strade e le autostrade – per le quali noi avevamo fatto molto – sono rimaste come noi le avevamo lasciate, nel 2011, le ferrovie risalgono all’anteguerra. Anzi, la realizzazione del Ponte sarebbe proprio l’acceleratore necessario per modernizzare finalmente anche le altre infrastrutture, per portare l’Alta Velocità fino in Calabria e in Sicilia. Il No al ponte, del tutto antistorico, antieconomico, antiscientifico, che limita le possibilità di sviluppo di vasti territori, è quindi del tutto incomprensibile. Nasce soltanto dall’ostilità politica, preconcetta e strumentale, verso chi come noi e come i nostri governi si è impegnato per realizzarlo. E’ triste, quando la politica si riduce a questo ed è incredibile che a battersi per il no siano proprio esponenti politici della sinistra siciliani e calabresi. Significa che per loro il bene comune, il bene della propria terra, non conta”.

Rimane una grande malinconia per quella che era stata la nostra ultima domanda, in cui avevamo chiesto al Cavaliere se lo avremmo visto nuovamente in riva allo Stretto, magari per la posa della prima pietra. Lui rispose: Con grande piacere, amo molto questa vostra terra, Calabria e Sicilia sono luoghi bellissimi, incontrando siciliani e calabresi ho sempre trovato grande affetto, grande calore, grande entusiasmo. Il Ponte fa parte di un nostro più vasto impegno per queste regioni, che meritano di essere messe in condizioni di crescere, di superare antichi problemi, di diventare il motore di un nuovo sviluppo del Paese“.

Purtroppo Berlusconi non ha fatto in tempo a vedere il Ponte realizzato né a presenziare alla posa della prima pietra, ma forte del suo impegno per questo straordinario progetto, la sua morte da oggi lascia in eredità ai suoi successori politici il grande sogno del Ponte sullo Stretto e dello sviluppo del Sud. Una motivazione in più per realizzarlo onorando con fatti concreti la memoria di una delle figure politiche più importanti in assoluto della Storia d’Italia.

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