Ponte sullo Stretto, altro che cattedrale nel deserto: ad Altafiumara gli esperti smontano le fake news nopontiste

Il Ponte sullo Stretto è un'opportunità di sviluppo dello Stretto e per l'area Euro-Mediterranea: se ne è parlato oggi ad Altafiumara

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    Foto Salvatore Dato / StrettoWeb
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Si sta svolgendo questa mattina, ad Altafiumara, un convegno promosso dal Lions International e dal Forum permanente del Mediterraneo, dedicato al Ponte sullo Stretto di Messina. Al convegno hanno preso parte esperti del settore e sindaci dei comuni interessati alla costruzione del Ponte. Un’opera infrastrutturale, quest’ultima, indispensabile e vitale per i nostri territori, che diventa opportunità di sviluppo dello Stretto e per l’area Euro-Mediterranea. A discuterne è il comitato tecnico-scientifico del Forum permanente del Mediterraneo, che non lascia nulla al caso, smontando una per una le ragioni dei No-Ponte, in chiave prospettiva e propositiva.

Il principio è semplice, importante, quanto lapalissiano: le comunità locali interessate da grossi investimenti possono organizzarsi dal punto di vista infrastrutturale per trasformare la costruzione del ponte in una vera possibilità di sviluppo. Il tutto è solo questione di visione, di prospettiva e di mentalità. Come spiega il prof. Giso Amendola, componente del Cts e già  Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Salerno, “noi non siamo un’appendice europea, ma siamo il centro del Mediterraneo. Esiste un modello economico e sociale mediterraneo che va valorizzato“. E il miglior modo per farlo è quello di “dotare la regione del Mezzogiorno di una rete infrastrutturale, sia dei trasporti che del digitale“, settori nei quali da sempre siamo carenti.

“Non una cattedrale nel deserto”

Esplicativo e illuminante l’intervento di Marco Marchese, direttore investimenti area Sicilia e Calabria di RFI, che ha spiegato come sia già stata stabilita, ed è già iniziata, la realizzazione di decine di chilometri di gallerie, viadotti, impianti. “Si tratta di un investimento epocale per la Sicilia“, spiega Marchese. Questo andrà a modificare lo scenario nel quale si inserirà il ponte. Ma non solo. “Il collegamento tra Sicilia e Calabria amplia il risultato di tutti questi investimenti. Lo scenario è che nel 2030 tutti gli investimenti dell’itinerario Messina-Catania-Palermo andranno ultimati. Saranno investiti 650 milioni di euro solo per implementazione tecnologica“.

Ma non solo. Insieme alla Sicilia sarà interessata all’ampliamento infrastrutturale anche la Calabria, con un impegno di 14 miliardi di euro. Non si tratterà dunque di una “cattedrale nel deserto” spiega Marchese. “L’utilizzo del treno è un fattore culturale che alimenta” una modalità di spostamento sano. “Dove c’è ferrovia ed alta velocità c’è sempre sviluppo“, conclude Marchese.

Matteo Salvini: “il ponte ha solo vantaggi”

E’ intervenuto ad Altafiumara, in collegamento da Roma, anche il ministro Matteo Salvini, che ha voluto subito chiarire le polemiche strumentali sorte sulla sua mancata presenza: “non era prevista fin dall’inizio per un impegno a Roma, e dato che non posso sdoppiarmi sono intervenuto in collegamento“.

Ho visto dalle foto che c’erano undici nopontisti fuori dal resort chiosa Salvini -. Mi piacerebbe capirne le ragioni“, considerando che il ponte “è un vantaggio dal punto di vista economico; è un vantaggio ambientale; è un vantaggio lavorativo ed occupazionale, ovvero il primo antidoto contro la ‘ndrangheta; sarà un vantaggio economico e logistico per le imprese italiane, ma soprattutto del reggino e del messinese. Ci stanno lavorando centinaia tra i migliori ingegneri al mondo“.

Le opere accessorie ci sono e ci stiamo lavorando, con investimenti per 18 miliardi di euro per il potenziamento di strade e autostrade in Calabria e Sicilia“, sottolinea Salvini. “Il no ideologico ci sta, quindi vi ringrazio – chiosa il ministro rivolto ai No-Ponte -, perché date voce ai sì“. Grazie al ponte saranno ingenti anche le ricadute da un punto di vista turistico, spiega Salvini, con conseguente potenziamento di strutture e infrastrutture.

E non poteva mancare il sit-in dei No-Ponte

Fuori dalla sede del convegno, ovviamente, non poteva mancare il sit-in di protesta dei recidivi No-Ponte. Poche persone, capitanate dal segretario provinciale del Pd reggino Antonio Morabito e dal leader del movimento “La Strada”, Saverio Pazzano. Il Partito democratico reggino, a sorpresa, di schiera dunque ora con chi non vuole il Ponte sullo Stretto, nonostante in passato la posizione presa fosse ben diversa. Una scelta, questa, dalla quale traspare come il “nopontismo” sia solo ed unicamente una questione di scelta politica e di cieca presa di posizione, motivata dal nulla se non dalla volontà di dire no a degli avversari politici. A discapito dell’intero territorio.

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