Cessione Acr Messina, forse non è finita? Mannino risponde a Sciotto e fornisce la sua versione

Dopo la nota del Presidente dell'Acr Messina Sciotto, che ha chiuso le porte alla trattativa, risponde l'investitore interessato, Fabrizio Mannino

StrettoWeb

Fabrizio Mannino ha indetto una conferenza stampa. Non ci sta a passare per colui che ha fatto saltare la cessione dell’Acr Messina. Ieri Sciotto ha chiuso le porte, annunciando di non iscrivere la squadra, ma – come si dice in questi casi – non è finita finché non è finita. Anche se la scadenza del 20 è dietro l’angolo, qualche piccolo spiraglio di luce rimane ancora aperto e lo si evince dalle parole dell’imprenditore palermitano, il quale ha voluto rispondere alla nota di ieri del patron peloritano.

“Spero che questa conferenza stampa sia un nuovo inizio per la trattativa, non voglio attaccare nessuno” inizia il suo intervento, riaprendo flebilmente le speranze per ricontrattare. “Quello che dice il presidente Sciotto è solo parziale”, è il riferimento alle garanzie assenti rivelate dall’imprenditore messinese. “Sono pronto – assicura Mannino – a rilasciare garanzie, quelle che mi chiede Sciotto. Ma prima ci vuole un accordo che definisca tutto l’iter. Questa società, però, è un bene privato, anche se ha un interesse collettivo e io a ciò non posso sottrarmi: devo rispettare leggi, accordi, due diligence e fare tutto ciò che si fa quando si acquista una società”.

Poi Mannino entra nel dettaglio delle garanzie stesse: non c’è un contratto, non c’è un accordo. La mia unica volontà è iscrivere il Messina in Serie C, ma io non posso farlo perché non sono il presidente di questa società, non compete a me e neanche posso dare i soldi a Sciotto senza un contratto”, precisa. Considerando i tempi ristretti, è evidente che serva iscrivere la squadra prima del passaggio di proprietà, ma è un’operazione che deve compiere Sciotto, a detta di Mannino. Senza queste garanzie, però, il Presidente non vuole prendersi responsabilità.

E poi Mannino torna a qualche giorno fa, quando “alla presenza di testimoni, ero riuscito a far sottoscrivere alle parti, seppur in mia assenza, un impegno di massima che sarebbe dovuto sfociare in un accordo tra i legali. Cosa prevedeva l’accordo? La restituzione della somma che Sciotto avrebbe dovuto pagare per l’iscrizione. Dopo la sottoscrizione del contratto io avrei pagato Sciotto, acquisendo il 51% della società. La parte eccedente che avrebbe dovuto coprire il debito, di cui oggi non ho ancora cognizione, sarebbe stata pagata con i vari versamenti: Sciotto avrebbe pagato i vari debiti e io l’avrei rimborsato, arrivando così alla cessione del 99%. E su questo avevamo raggiunto un accordo, anche se lui aveva aggiunto che questo accordo era soggetto a valutazione”.

E poi? E poi “al mattino mi chiama, telefonata peraltro veicolata, e io successivamente mi presento in concessionaria. Lui mi propone un nuovo accordo a una cifra superiore, con un pagamento per la cessione del 100% della società. Mi riunisco con i miei consulenti , ne parliamo, ma chiedo chiarezza sulla massa debitoria perché in questi giorni non si è mai trovato un punto d’incontro sui debiti tra quanto sostiene Sciotto e quanto sostiene la due diligence. Ciò nonostante raggiungiamo un accordo tra tutte le parti, chiamo il consulente e lo invito ad andare a Giammoro per ricevere la documentazione necessaria per avere certezza delle passività. Un dato che doveva essere più o meno certo. Ma una volta arrivato a Giammoro, il commercialista della controparte comunica che non era stato autorizzato a consegnare la documentazione, peraltro da noi richiesta all’inizio della trattativa e inviata solo per un terzo. Diventa così un’operazione impossibile acquistare una società in questo modo“.

Nonostante ciò, però, conclude Mannino, resto ancora pronto a raggiungere un accordo nell’interesse di tutti, perché a me preme solo che il Messina sia iscritto al campionato”.

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