Guardate chi protesta contro il Ponte e capirete chi ha interesse a mantenere il Sud in eterna povertà

I nemici del Ponte sullo Stretto: categorie direttamente interessate con enormi benefici dalla mancanza della grande opera tra Calabria e Sicilia

StrettoWeb

Chi protesta contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina? Basta guardarli e sentirli per capire cosa c’è dietro all’eterna povertà e al sottosviluppo in cui versa il Sud dell’Italia privo di infrastrutture. Sabato nel corteo di Capo Peloro c’erano addirittura i sindacati, quelli che dovrebbero esultare se ci sarà più lavoro. E invece al Sud rappresentano l’ultimo, disperato, punto di riferimento di sfruttati, sottopagati, disoccupati e in cerca di occupazione. Probabilmente se ci fosse così tanto lavoro come quello determinato dal Ponte sullo Stretto, molti sindacati e sindacalisti perderebbero il loro posto di potere all’interno dell’attuale povera, sottoculturata e degradata società.

Poi ci sono gli ambientalisti, quelli che dovrebbero esultare se ci sarà meno inquinamento. E invece anche loro cosa faranno se lo Stretto sarà un mare più pulito, senza gli scarichi dei traghetti? E se Messina e Villa San Giovanni non saranno più le città con il più alto tasso di tumori per smog, su cosa si concentreranno i loro dossier? Anche gli ambientalisti, così come i sindacalisti, perderanno ragione di esistenza a causa del Ponte sullo Stretto, e quindi protestano perchè per esistere e professare ambientalismo hanno necessità di uno Stretto sporco, brutto e inquinato com’è oggi a causa del traghettamento e dei chilometri di litorali negati per gli approdi. Il Ponte, invece, trasformerebbe Messina e Villa in due città pulite ed ecosostenibili, inoltre abbatterebbe le emissioni del traffico aereo dei siciliani che tramite il Ponte utilizzerebbero molto di più il trasporto ferroviario, come ha già ampiamente dimostrato un imponente studio scientifico. Insomma, su inquinamento, ambiente e clima gli ambientalisti professano di agire in nome della scienza ma nel caso del Ponte sullo Stretto sostengono teorie totalmente anti scientifiche.

A protestare contro il Ponte sullo Stretto ci sono anche i politici della sinistra: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista. Anche loro se il Sud avrà crescita, sviluppo, lavoro, progresso, turismo e ricchezza, non avranno più ragione di esistere. Raccolgono voti e consenso promettendo eterno assistenzialismo, dal reddito di cittadinanza al posto fisso statale. E se invece il Sud riuscisse a progredire creando occasioni di lavoro, di impresa, di mercato, di crescita e di benessere, nessuno vorrebbe più il reddito di cittadinanza e l’impiego pubblico, e quindi nessuno chiederebbe a loro di sistemare il figlio, il cugino e il fratello. Così come sindacalisti e ambientalisti, anche i politici diventerebbero “inutili” se il Sud fosse una società progredita ed evoluta.

Poi ci sono i fanatici: attivisti, anarchici, centri sociali. Il loro è il No più ideologico e forse meno interessato. La cultura catto-comunista li ha convinti all’esaltazione della povertà. Povero è bello, purché posso ammirare il panorama. Povero è bello, perchè significa anche onestà (non come i ricchi, che considerano automaticamente imbroglioni, mafiosi o criminali). Non sono contrari al Ponte, ma a qualsiasi opera di sviluppo e progresso: autostrade veloci, ferrovie ad alta velocità, gasdotti, centrali energetiche, persino grandi eventi come olimpiadi e mondiali. E’ questo il target più appropriato per coloro che su StrettoWeb da molto tempo definiamo “cavernicoli”.

Infine ci sono anche una quarantina di ultraricchi. Sono pochissimi perchè hanno un’unica appartenenza comune: la proprietà delle (poche) maxi ville di Capo Peloro. Il loro “no” è forse l’unico comprensibile, almeno umanamente, ma in ogni caso irricevibile vista la legislazione costituzionale che prevede come l’esproprio sia inevitabile “per causa di pubblico interesse, legalmente dichiarata, e contro il pagamento di una giusta indennità“. Il pubblico interesse per il Ponte sullo Stretto è stato già legalmente dichiarato con la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E ai residenti da espropriare verrà riconosciuto un indennizzo tra tre e quattro volte superiore al valore immobiliare di abitazioni e terreni che dovranno abbandonare. Insomma, un affare straordinario. Se davvero sono così preoccupati, perchè non ci vendono adesso la loro villa all’attuale valore di mercato? Il maxi indennizzo più che triplicato lo incasseremo volentieri noi al loro posto.

Dai sindacati agli ambientalisti, dai politici ai fanatici fino ai proprietari locali, è chiaro quali sono gli interessi singoli e personali che animano i manifestanti No-Ponte. E sono gli stessi interessi – spesso e volentieri corporativi – che tengono il Sud in ostaggio di sottosviluppo, arretratezza e povertà. I nemici del Ponte, insomma, sono proprio coloro che ci guadagnano dalla sua assenza, sguazzando nella melma in cui tristemente siamo ridotti.

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