Incidente Roma, facciamo il punto della situazione: dagli youtuber scappati all’estero all’omissione di soccorso

L'incidente di Casal Palocco dello scorso 14 giugno non solo ha spezzato la vita del piccolo Manuel, ma ha focalizzato l'attenzione mediatica sugli youtuber coinvolti e di come stanno gestendo la situazione: c'è chi scappa all'estero, chi li definisce "sbandati" e chi parla di omissione di soccorso

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Non si placano gli scontri, le dichiarazioni, né il male profondo provocato dalla terribile vicenda dell’incidente a Casal Palocco. La morte di Manuel, 5 anni, per quanto chiara come l’acqua, resta comunque avvolta da misteri: gli inquirenti hanno setacciato i cellulari degli youtuber interessati, Matteo Di Pietro è indagato per omicidio stradale e il canale “TheBorderline” è stato chiuso dopo un ultimo messaggio rivolto alla piccola vittima. Le indagini proseguono senza sosta, con dettagli scioccanti i quali, più che riguardare lo spaventoso omicidio, sembrano concentrarsi sulla vita dei giovani che hanno pensato alla tragica challenge social.

Gli youtuber Di Pietro e Loiacono rifugiati in Spagna e Turchia

La vita degli indagati, dopo l’incidente stradale del 14 giugno, sembra essere diventata difficile, ma a metà: la famiglia di Matteo Di Pietro, finora rimasta in silenzio ad eccezione di quell’inutile “è stata una bravata”, ha rilasciato un breve messaggio diffuso dai legali: “il nostro silenzio fino ad oggi è dovuto al rispetto per il dolore straziante di una famiglia che ha perso un figlio. Ci sentiamo profondamente addolorati e distrutti per quanto accaduto. Non ci daremo mai pace”.

Mentre i genitori di Matteo esprimono cordoglio per quanto accaduto, pare che il figlio si sia dato alla fuga in terre straniere: secondo alcune indiscrezioni, il ventenne sarebbe volato in Spagna a cercare, forse, quella stessa pace di cui parlano i genitori, mentre Loiacono si sarebbe rifugiato in Turchia. Troppa pressione per i giovani youtuber che, ancora una volta, pare non prendano atto delle loro responsabilità. Come se fuggire, fosse la soluzione a tutti i mali.

L’accusa agli youtuber: “non hanno chiamato i soccorsi”

L’ultima scioccante novità, emersa proprio oggi dalle pagine del “Corriere della Sera”, riguarda l’omissione di soccorso. Secondo fonti vicine ai ragazzi e testimoni dell’incidente, i quattro youtuber non avrebbero effettuato nessuna chiamata per chiedere aiuto, nonostante Elena Uccello fosse incastrata tra le lamiere insieme ai suoi due figli. Una versione però, smentita dal legale di Matteo Di Pietro il quale ha ribattuto che il ragazzo, appena sceso dal SUV Lamborghini, si sarebbe apprestato ad aiutare i passeggeri della Smart. Una situazione ancora troppo oscura e a cui solo le indagini, si spera, potranno dare un’effettiva risposta.

Lo zio del piccolo Manuel: “quattro ragazzi sbandati”

Lo zio di Manuel Proietti, in collegamento a “La Vita in Diretta” ieri pomeriggio su Rai Uno, ha accennato allo stato psico-fisico del 4 coinvolti, utilizzando parole durissime. “I ragazzi erano in balia di loro stessi e quindi tendono a minimizzare le cose. Io c’ero dopo l’incidente, erano quattro ragazzini sbandati e non avevano ancora capito né l’entità della situazione, né potevano aver capito di aver ucciso una persona”, ha affermato senza mezzi termini. “Il contrasto enorme che c’è tra ventenni che girano con l’automobile molto costosa, che fanno gli youtuber, e un bambino di cinque anni che muore ha creato e generato una miscela esplosiva”.

Infine, un pensiero per il nipote e di come l’episodio abbia influenzato la vita dell’intera famiglia: “da quel maledetto 14 giugno ogni giorno è diventato un calvario. Tutti i giorni vengo per prendere tutti i ricordi e i biglietti che rimarranno poi alla famiglia. È un continuo, ogni giorno e ogni ora, per noi questo rimarrà un punto importante per ricordare il piccolo”. I funerali di Manuel Proietti, dopo l’autopsia al policlinico di Tor Vergata, si sono volti ieri 21 giugno in forma privatissima.

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