Michele Jamiolkowski: è morto uno dei ‘padri’ del Ponte sullo Stretto che salvò la Torre di Pisa

Dalla Torre di Pisa al Ponte sullo Stretto passando per il Mose e Černobyl: è morto l'ingegnere con cittadinanza italiana che ha sistemato e ideato alcune tra le opere più importanti

StrettoWeb

E’ morto ieri Michele Jamiolkowski, uno dei progettisti del ponte sullo Stretto. Ingegnere specializzato in geotecnica, ha stabilizzato la Torre di Pisa, aumentandone la vita di secoli, e si è occupato di progetti progetti da primato mondiale. Dopo l’intervento sul momento toscano disse: “le abbiamo allungato la vita di tre o quattrocento anni“.

Jamiolkowski, professore emerito del Politecnico, dove aveva insegnato Ingegneria Geotecnica dal 1969 al 2006, e tra gli autori dello storico salvataggio della Torre di Pisa. La notizia della sua morte è stata confermata dal Politecnico di Torino e dall’Opera della Primaziale Pisana. Nato nel 1931 a Stryj in Ucraina, visse l’infanzia a Leopoli e durante la seconda guerra mondiale fu mandato nel campo di concentramento di Auschwitz, dove rimase fino alla liberazione. In seguito si ricongiunse a Cracovia dalla madre e poi si laureo ingegnere e geologia Università di Varsavia. Dal 1959 viveva in Italia, dove aveva anche acquisito la cittadinanza.

Dalla Torre di Pisa al Ponte sullo Stretto passando per il Mose

Era tra i più grandi, nel suo campo, a livello mondiale. Nel 1985 era stato consulente geotecnico per la progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina e nel 2003 membro della Commissione per la salvaguardia di Venezia, da cui poi avrà origine il Mose. E’ stato consulente anche per diversi importanti progetti in tutto il mondo, tra i quali il rigassificatore di Brindisi.

Dal 1990 al 2001 fu a capo del Comitato Internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa: “E’ stata una esperienza magnifica, un grande lavoro di squadra. Le abbiamo allungato la vita di 3-400 anni“, aveva dichiarato lui stesso nel 2019 in occasione di un convegno organizzato dall’Opera della Primaziale. In dodici anni, grazie al lavoro del Comitato, l’inclinazione del Campanile fu ridotta di circa 1900 arcosecondi, corrispondenti a una diminuzione dello strapiombo della settima cornice rispetto al piano di fondazione di ben 460 millimetri. In sostanza il campanile venne riportato alle condizioni di preesistenza databili ai primi dell’Ottocento e restituendogli altri secoli di vita in sicurezza.

Jamiolkowski è stato membro del consorzio per la ristrutturazione del campanile di San Marco di Venezia, a partire dal 2004. Si è anche occupato della questione della copertura del reattore esploso a Černobyl. Era membro dell’Accademia Nazionale di Ingegneria, dell’Accademia polacca delle scienze e della Japanese Geotechnical Society. Nel 2001 aveva ricevuto il Premio Terzaghi. È stato inoltre presidente fondatore e consulente tecnico della società di ingegneria Studio Geotecnico Italiano di Milano, da lui fondata nel 1964.

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