Pensioni, Meloni incontra le parti sociali

Finalmente il Governo dopo diversi mesi di silenzio ha affrontato un tema, quello previdenziale, che è di fondamentale importanza per la vita di tutti i cittadini italiani

StrettoWeb

Nel corso dell’incontro voluto dalla Meloni con le parti sociali che si è svolto qualche giorno fa a Palazzo Chigi sono stati affrontati diversi argomenti di stretta attualità in ambito economico e si è parlato anche di pensioni. Finalmente il Governo dopo diversi mesi di silenzio ha affrontato un tema, quello previdenziale, che è di fondamentale importanza per la vita di tutti i cittadini italiani. Ha spiegato che l’argomento è molto complesso e che sarà monitorato continuamente tramite l’Osservatorio che è stato appena istituito, ha continuato affermando che la previdenza se non si interviene rischia di diventare nei prossimi anni “una bomba sociale” ed ha continuato dicendo che nelle prossime settimane saranno organizzati incontri specifici dando priorità temporale agli anticipi pensionistici.

Tutto bene dunque? Sì, se a queste affermazioni generiche dovessero seguire a stretto giro di posta iniziative concrete che però non sembrano, al momento, imminenti. Anche perché siamo già arrivati a metà dell’anno e sul fronte previdenziale nulla è stato inserito nel DEF che dovrebbe contenere le linee guida che il Governo attuerà nel corso dell’esercizio finanziario. Abbiamo detto tante volte che un progetto di legge di tale portata che riguarda tutti i cittadini dovrebbe avere un iter autonomo e non essere confinato nella legge di bilancio insieme a tantissimi altri provvedimenti e poi con pochissimi giorni a disposizione per la discussione essere votato, magari con la fiducia, alla fine dell’anno. Invece quello che tutti temono è che non si farà nulla questa estate e poi l’Esecutivo costretto ad intervenire perché la “Quota 103”, l’Ape Sociale e quello che è restato di Opzione Donna scadono alla fine dell’anno intervenire in prossimità della scadenza con un rinnovo, rimandando per l’ennesima volta la riforma strutturale all’anno prossimo.

Del resto la Meloni al momento sembra più interessata alla riforma fiscale, a quella presidenziale, a quella della giustizia e a farsi conoscere ed apprezzare a livello internazionale piuttosto che intervenire su una materia e su una legge che è molto gradita in Europa ma odiata per la sua rigidità da milioni di cittadini italiani. Neppure la Lega che a parole da anni si batte per una modifica della legge Fornero riesce a influenzare la Meloni, assoluta leader della coalizione, ed anche la battaglia per i 41 anni per tutti uomini e donne senza limitazioni e senza penalizzazioni è spostata in avanti durante la durata della legislatura. Sembra cioè che questo Governo che pure afferma la necessità di intervenire in maniera strutturale su una tematica che unita alle politiche attive sul lavoro e all’enorme denatalità che abbiamo in Italia è uno dei problemi principali che ha l’Esecutivo, non lo ritiene uno dei punti da affrontare subito ma lo vuole spostare più avanti nel tempo durante i cinque anni di durata della legislatura.

Sarebbe un errore perché concedere per esempio maggiore flessibilità in uscita a decorrere dai 62 anni anche con una lieve penalizzazione, costruire una pensione di garanzia per i giovani e le donne che in molti casi hanno carriere frammentate e discontinue, ritornare ad Opzione Donna come era precedentemente ed eliminare finalmente le Quote che hanno creato solamente ulteriori differenze e malumori tra i lavoratori sarebbe un bel modo di ricostruire quella fiducia tra cittadini ed istituzioni che nel campo della previdenza è andata completamente persa.

Mauro Marino

Esperto di politica previdenziale
già Funzionario Tributario presso
l’Agenzia delle Entrate
collaboratore di quotidiani finanziari
vanta numerosissimi interventi
di economia e previdenza su giornali, radio e TV

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