Reggina, ora si eviti “l’ansia” dello scorso anno. Con novità societarie sullo sfondo…

La Reggina, dopo aver ottenuto l'omologa, può e deve pensare al futuro. Senza, però, cullarsi troppo: da Inzaghi a iscrizione, si eviti un'altra corsa contro il tempo

StrettoWeb

Quello di oggi è un day after dolce, per la Reggina, come già scritto in altro articolo. Buona parte di quel peso che offuscava il futuro si è sgonfiato con l’omologa al piano di ristrutturazione accettata ieri dal Tribunale. E quello stesso futuro, adesso, è roseo, sereno, senza particolari ostacoli di sorta che – a causa dei tanti debiti – era stato messo in discussione più volte. Probabilmente saggia, o comunque giustificabile, l’intenzione della società di non voler parlare fino all’avvenuta omologa. Di non parlare di nulla, dell’omologa stessa, dell’iscrizione, del futuro tecnico e in generale della prossima stagione.

Grandi elogi a Saladini, ma ora fare in fretta

E ora? E ora il silenzio stampa è finito e si dovrà per forza di cose uscire allo scoperto. A parole? Non per forza, ma quantomeno coi fatti. A precisa domanda ieri Saladini e Cardona hanno spiegato che da oggi si comincerà a pianificare, a partire dall’iscrizione e passando poi alle figure tecniche (Inzaghi in primis) e al mercato. L’idea del piano, con l’ok del Tribunale, anche da noi è stata definita “genialata”. Una grande mossa. E di questa grande mossa va dato atto al patron amaranto in primis, capace allo stesso tempo di infiammare la piazza con alcune scelte e centrare i playoff al suo primo anno.

Evidenziati i giusti elogi, però, il calcio come nella vita insegna che bisogna sempre guardare avanti. Guardare avanti ricordando il passato. Un passato che un anno fa, per le note vicende, ha costretto la Reggina a cominciare tutto in ritardo. Passaggio di proprietà, iscrizione in extremis, allenatore ufficializzato quando tutti avevano iniziato il ritiro, ritiro stesso in fretta e furia per mancanza di tempo, preparazione “parziale” e che ha portato ai passaggi a vuoto durante l’anno e ad alcuni pesanti infortuni, come quelli di Galabinov e Obi.

Quest’anno però, 12 mesi dopo, non può ripetersi la stessa storia. Che, precisiamo, l’estate scorsa era assolutamente giustificabile. Corretto attendere l’omologa ma, ottenuta quest’ultima, si eviti un’altra (l’ennesima) corsa contro il tempo per tutto, si evitino altre ansie, si eviti di arrivare a ridosso delle date clou. Nel calcio la programmazione è alla base, soprattutto se da un anno si parla di progetto triennale, di pianificazione. E quindi è già tardi se si deve scegliere data e luogo del ritiro, è già tardi se devono essere definite le posizioni chiave a livello tecnico, è già tardi se bisogna programmare i primi incontri coi calciatori.

Reggina, che fine ha fatto Inzaghi?

Eppure, secondo quanto risulta, non è ancora stato definito l’incontro tra la società e mister Inzaghi, che è in vacanza e attende una chiamata. Serve chiarire i dissidi coi vertici maturati da gennaio in poi e serve soprattutto pianificare la prossima stagione. Chi meglio di uno come lui, giocatore e allenatore vincente, è consapevole di quanto sia importante la programmazione. E se un anno fa ha ingoiato il boccone delle tappe in ritardo, quest’anno non vuole ritrovarsi nella stessa situazione. Però attende, sa che ha due anni di contratto e sa che le altre panchine si stanno via via riempiendo (e quindi è sempre più ridotta l’ipotesi di un’altra squadra da allenare). In tutto ciò non è ancora stata definita sede e data del ritiro, mentre buona parte dei club hanno già annunciato diversi dettagli, tra cui anche quelli tecnici.

Questione societaria: Saladini potrebbe cedere o farsi affiancare da un socio

In ultimo, ma non per importanza, la questione societaria. Definita l’omologa, circola da tempo l’ipotesi che il patron Saladini possa essere affiancato da un socio più importante o addirittura cedere la maggioranza. Quelle che inizialmente erano voci, diventate sempre più insistenti, ora sono qualcosa di più. Potrebbero, infatti, esserci novità per quanto riguarda i vertici societari, ma al momento i dettagli non sono tantissimi. Un nuovo soggetto potrebbe subentrare a Saladini, con la maggioranza, o potrebbe anche semplicemente affiancarlo per dargli una mano. Quel che è certo è che non è così scontato che Saladini sia ancora il proprietario né che sia il socio di maggioranza.

In questi ultimi due casi, chiaramente, cambierebbe ogni tipo di scenario. Sul futuro tecnico e su ogni altro tipo di figura, magari anche dirigenziale. Cambierebbero i programmi, gli obiettivi, le scelte, la governance. Perché adesso, a omologa avvenuta, è possibile anche affrontare argomenti di questo tipo. A patto che non si tralasci l’argomento più importante, il campo.

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