Reggina, cresce l’apprensione per il verdetto Covisoc di domani: 109 anni di passione nelle mani della FIGC

La situazione della Reggina è drammatica: nelle ultime settimane Saladini ne ha combinata una dietro l'altra, domani il verdetto Covisoc che deciderà le sorti del glorioso club amaranto

StrettoWeb

Reggio Calabria sta vivendo ore drammatiche in attesa del verdetto Covisoc di venerdì 30 giugno. In città se ne parla poco, ma tra gli addetti ai lavori le indiscrezioni che circolano da due giorni si fanno sempre più insistenti nelle ultime ore in base alle notizie che arrivano da Roma. La Reggina rischia concretamente di essere esclusa dalla serie B. La Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche della Federazione domani si dovrà esprimere sulle domande di iscrizione ai prossimi campionati, e sulla Reggina si addensano ombre sempre più cupe. Il club amaranto ha scelto nei mesi scorsi di intraprendere una dura battaglia politica proprio con le massime istituzioni calcistiche, mettendo in discussione e facendo traballare il principio cardine su cui fondano la loro autonomia.

Durante il campionato è riuscita a cavarsela con appena 5 punti di penalizzazione, risultati per giunta totalmente ininfluenti sulla classifica della serie B tanto che la squadra guidata da Pippo Inzaghi ha disputato i playoff. Ma un trattamento così benevolo è arrivato soltanto grazie ad una serie di interventi politici dovuti all’autorevolezza e alla credibilità istituzionale delle figure del Presidente Marcello Cardona e del deputato Francesco Cannizzaro che sono riusciti, in più riprese e a più livelli, a mettere una toppa salvando il salvabile e garantendo sulla Reggina. Adesso, però, si è fatto tutto più difficile dopo le scelte, più che controverse, adottate da Saladini e della società amaranto nelle ultime settimane.

Cardona si è dimesso nove giorni fa e nessuno, in città, gli ha chiesto di rimanere a garanzia dei tifosi per traghettare questa fase delicata. Saladini ha annunciato la cessione del club (con una trattativa di cui neanche Cardona era a conoscenza! Da qui, infatti, le dimissioni) ma gli acquirenti pronti a dare un futuro alla società amaranto attendono ovviamente la conferma dell’iscrizione. Che non è affatto scontata. La società, infatti, ha omesso il pagamento allo Stato dei 780mila euro previsti dal concordato fallimentare approvato dal Tribunale nei confronti dell’erario, soldi che rappresentavano lo stralcio (leggasi condono) al 5% dell’enorme mole debitoria che soltanto nei confronti delle casse pubbliche superava i 15 milioni di euro. E’ vero che l’omologa concede un po’ più tempo per questo pagamento, ma per la FIGC era una cifra dovuta entro il 20 giugno. E la Federazione non vorrebbe nuovamente compromettere le proprie regole e la propria autonomia in nome di una Reggina che ad oggi ha perso ogni briciolo di credibilità. I duri interventi con cui il Presidente Gravina e il ministro Abodi avevano stigmatizzato i trionfali sorrisi e gli applausi di Saladini per l’omologa, per giunta nelle ore immediatamente successive alla morte di Berlusconi, erano un chiaro riferimento al fatto che la Reggina non avrebbe più avuto alcun tipo di sconto. La leggerezza di non effettuare questo pagamento, per giunta particolarmente modesto rispetto a tutto il resto, potrebbe quindi risultare fatale.

Da un punto di vista strettamente giuridico però, la Reggina conta sulla scadenza dell’omologa e non su quella federale. Ma il solco profondo che separa il club dalla FIGC e la fiducia compromessa con le scelte delle ultime settimane lascia immaginare un epilogo negativo per il club amaranto. Saladini ha pensato che se la sarebbe cavata con un’intervista al Corriere dello Sport, mentre in Federazione non s’è mai fatto vedere. Pubblicamente smentisce se stesso ogni giorno. Nessuno gli crede più, tanto a Reggio quanto a Roma. E così sta affossando la Reggina. A lavorare per salvare il club amaranto c’è un team di esperti che punta tutto sulla cessione della società. La trattativa è più che avviata, praticamente in porto. L’accordo c’è da oltre dieci giorni, ma gli acquirenti, o meglio l’acquirente, attende la conferma dell’iscrizione in serie B per formalizzare il passaggio. Ovviamente. Altrimenti non se ne farà nulla. E’ un particolare che la FIGC deve tenere in conto, perchè la Reggina di domani non sarà più quella di Saladini.

Un altro problema significativo è che stavolta – a differenza di otto anni fa – non c’è un piano B all’orizzonte, un Mimmo Praticò che riparta da zero con un altro nome dai Dilettanti e dia continuità ad una storia più che centenaria. Proprio perchè – a differenza della chiarezza e trasparenza assoluta con cui Lillo Foti nel 2015 ha gestito (con i fatti e non con le parole) quella estate sportivamente tragica coinvolgendo e aggiornando la città giorno per giorno e ora per ora su tutte le vicissitudini del club – stavolta Saladini ha agito in modo completamente opposto. E anche per un’eventuale ripartenza dalla D il tempo stringe. Sindaci facenti funzioni e assessori delegati allo sport non sono mai stati così lontani dalla Reggina nella storia della città: ne seguono le vicissitudini dai nostri articoli, sanno meno di quello che sappiamo noi.

Di certo c’è che in ogni caso, qualsiasi sarà la decisione della Covisoc domani, ci sarà un ricorso. Della Reggina se verrà esclusa, del Brescia se gli amaranto venissero ammessi. E poi sarà il Consiglio Federale della FIGC ad esprimersi definitivamente il 7 luglio. Mentre tutte le altre squadre saranno già in ritiro, e la Reggina intanto anche quest’anno – proprio come 12 mesi fa – è l’unica senza allenatore e completamente ferma sul mercato. Poi, però, se sul campo la squadra incontrerà delle difficoltà, ci sarà sempre qualche strabico che se la prenderà con l’allenatore di turno e i calciatori di turno, dimenticando le enormi pecche societarie che anno dopo anno stanno compromettendo la stagione sportiva per la totale mancanza di programmazione. Annunciata, a parole, ma mai praticata nei fatti.

Ma ci siamo spinti oltre. Alla luce della situazione attuale, anche solo pensare di poter parlare di calcio è un’illusione. Speriamo di poterlo ricominciare fare da domani, ma purtroppo non è affatto scontato. La FIGC ha la responsabilità di dover prendere una decisione che inciderà in modo drammatico sul destino di una passione, di una storia, di un simbolo d’identità sociale nato 109 anni fa e tra i pochi ultimi elementi che uniscono Reggio Calabria in un’unica comunità. Povera, smarrita, depressa e degradata. Ma sempre innamorata della sua Reggina.

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