Da due giorni Marcello Cardona non è più il Presidente della Reggina. Si è dimesso insieme all’intero CdA giorno 21, quello successivo alla scadenza delle iscrizioni e quello in cui ufficialmente il patron Saladini ha aperto alla cessione della proprietà. Cominciano ad arrivare anche i primi saluti dalle istituzioni. Il Presidente del Coni Regionale Condipodero e il Delegato allo Sport Giovanni Latella, infatti, hanno voluto salutare e ringraziare, con le rispettive note stampa, il Prefetto reggino.
Il saluto di Condipodero a Marcello Cardona
“Ho appreso con dispiacere delle dimissioni di Marcello Cardona dalla carica di presidente della Reggina. Un ruolo ricoperto da questo figlio della nostra città con disciplina e onore, gli stessi princìpi che hanno ispirato il suo cursus honorum all’interno delle Istituzioni pubbliche, fino ai ruoli di questore e prefetto, e nel mondo del calcio, da arbitro di serie A”.
“Proprio per il valore dell’uomo e del servitore dello Stato, sono rimasto sinceramente sorpreso e perplesso nel venire a conoscenza, attraverso gli organi d’informazione, della conclusione del suo rapporto con la società amaranto”.
“Non conosco le ragioni profonde di questa scelta e non sono neanche interessato a indagarle: poco importano. Ciò che invece mi preme è esprimere il rammarico per quella che considero un’occasione sprecata per continuare a rappresentare la squadra di calcio della città e l’intera comunità reggina con autorevolezza, all’insegna della trasparenza e della legalità che hanno costituito il filo conduttore della presidenza Cardona”.
“È indiscutibile, infatti, che nel momento più difficile nella storia del calcio amaranto – all’indomani della fine ignominiosa della presidenza Gallo, che ha rischiato di vanificare gli immani sacrifici della famiglia Praticò cui tutti dobbiamo essere riconoscenti – Cardona sia stato il volto più pulito e, consentitemi, presentabile sulla piazza”.
“Grazie alla sua credibilità, frutto di una vita spesa al servizio della collettività, Marcello ha dato la possibilità alla Reggina di essere ascoltata, accolta e presa sul serio dalle istituzioni sportive. Di questo contributo generoso e disinteressato è giusto che la città tenga conto, così come ne tiene conto il Comitato olimpico calabrese che ho l’onore di presiedere”.
“Ma il “presidente emerito” della Reggina – a me piace chiamarlo così – non è stato solo il migliore testimonial possibile della calabresità onesta e laboriosa. È stato molto, molto di più. Perché viviamo, anche sportivamente, un’epoca strana. Un’epoca nella quale le bandiere non esistono più e le società professionistiche di calcio passano di mano da un imprenditore all’altro con la rapidità di uno scambio commerciale sui mercati finanziari. Sia chiaro: è tutto legittimo e ciascuno ha il diritto di difendere e promuovere i propri interessi. Ma tra un emiro e un fondo americano, il calcio antico e romantico che piaceva a noi rischia di estinguersi e di trasformarsi in una mera espressione sportiva di “show business””.
“In questo mondo impazzito, nel quale siamo partiti dalla globalizzazione delle merci e siamo finiti alla globalizzazione dei gagliardetti, Cardona è stato un trait-d’union straordinario tra gli interessi economici del proprietario e la platea dei tifosi e dei cittadini, un perfetto emblema dell’identità reggina che non deve andare dispersa”.
“Per tutti questi motivi, a nome dello sport calabrese, al mio Amico di sempre, Marcello Cardona, sento di dire una cosa sola: grazie, galantuomo”.
Il saluto di Latella
“Una delle migliori espressioni della Reggio sportiva, in quest’ultimo anno, è stato, senza dubbio, il presidente Marcello Cardona. Lo avevamo detto all’inizio di questa avventura, lo abbiamo ripetuto quando il campo consegnava splendide vittorie o cocenti sconfitte, lo ribadiamo adesso che il “più reggino” della Reggina ha lasciato il suo incarico”. Latella sottolinea “lo spessore umano e professionale di chi ha impresso un segno indelebile di legalità e decoro in un mondo, quello del calcio moderno, offuscato dai miliardi e dai mille interessi”.
“Nel momento più delicato della storia amaranto – ha aggiunto – il ringraziamento più grande va all’uomo Marcello Cardona, capace di assegnare autorevolezza e credibilità istituzionale ad un progetto impegnato a scalare le diffidenze ereditate da un passato nebuloso e nefasto. Il nostro auspicio che anche il prossimo consiglio d’amministrazione della Reggina possa avere il contributo di un rappresentante del territorio, autenticamente legato ai principi identitari che sono propri della compagine amaranto”.
“Per quanto ci riguarda l’intero territorio – ha proseguito Latella – è orgoglioso di poter annoverare fra i propri concittadini una figura che, quando è stata chiamata a misurarsi, ha sempre mantenuto alto il nome della Reggio operosa ed operaia, preparata, giusta, lontana dalle logiche che ammorbano ogni anelito di sviluppo e crescita. Cardona, nella sua esperienza in sella alla Reggina, ha davvero rappresentato un elemento di garanzia, di prestigio e credibilità ad ogni livello. Il mondo dello sport, a più riprese, ne ha riconosciuto le doti e le qualità, lo spessore di chi, nella compostezza e nell’umiltà, ha contribuito a far emergere la parte migliore della nostra comunità”.
“Le sue dimissioni – ha continuato il consigliere metropolitano – addolorano perché spazzano via il senso più romantico di un calcio ormai in preda alle fascinazioni del dio denaro, dei nuovi mondi patinati degli emiri e dell’alta finanza. Uno sport che sta smarrendo la sua peculiarità principale dell’essere popolare, cioè del popolo. I tifosi, in questo “pot-pourri” di incertezze, compromessi e continue oscillazioni, subiscono lo smarrimento ed il disorientamento di chi, impotente, non può nulla di fronte all’evoluzione dei tempi moderni ed a logiche che, col calcio giocato, c’entrano poco o niente”.
“Ancora grazie, quindi, presidente Cardona – ha concluso Giovanni Latella – per quanto ha fatto e per ciò che continuerà a fare. Non è vero che non esistono più le bandiere. E non è vero che gli idoli sono solo in mezzo al campo”.